LUNA DEL MIELE La Lunazione del Miele è la terza e ultima del periodo primaverile. Inizia solitamente in maggio o giugno. Può comprendere la festività di Litha. Si distingue per il plenilunio in Sagittario e le sue fasi principali possono cadere in questi segni:
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ora chiedete a voi stessi: " Come distinguerò ciò che è buono nel piacere, da ciò che non è buono?" Andate per i campi e nei giardini, e imparerete che il piacere dell'ape è nel raccogliere il miele dal fiore, Ma che anche il piacere del fiore è nel concedere all'ape il proprio miele. Perché un fiore per l'ape è una fonte di vita, E l'ape per il fiore un messaggero d'amore, E a tutti e due, ape e fiore, dare e ricevere piacere è un bisogno e un'estasi. Gibran Khalil Gibran |
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Questa è la Lunazione del Miele,
il nettare delle api il nutrimento degli Dei, che ha ispirato molte leggende e molti
racconti sui suoi poteri magici; la
vegetazione svilupperà tutta la fragranza degli aromi estivi
che incantano le api… |
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Le giornate si allungheranno con abbondanza di luce fino al 21 giugno, Litha
o Solstizio d'Estate.
È tempo di stare all’aperto, di godersi il caldo e rigenerarsi
sotto l’ombra del fogliame nei parchi, di uscire anche la sera, di guardare
il cielo, di vivere con tutti i sensi ben svegli e ricettivi.
È tempo di assaporare, gustare, cominciare a raccogliere i frutti di
tanti sforzi e tanto impegno. Tempo di prosperità.
Ma la vita moderna, il ritmo la produttività ci hanno stremati. Arriviamo
alla Lunazione del Miele già stanchi, sognando le ferie… siamo
esauriti. Ancora non possiamo fermarci, c’è tanto da fare: chi
studia inizia ora il periodo più impegnativo dell’anno, chi lavora
è chiamato a intensi sforzi produttivi prima del riposo estivo.
Il fisico si ribella. Il caldo che abbiamo tanto atteso ci toglie impeto e
spinta.
Ci sembra di avere energia soltanto per fare il minimo indispensabile.
Il periodo che si avvicina all'estate e uno fra quelli vissuti con maggiore
difficoltà nel mondo occidentale, in totale dissonanza con la natura
che invece prospera ed offre proprio sotto questa Luna alcuni dei suoi frutti
più dolci.
Allora proviamo una volta tanto a concederci di cogliere qualcosa anche per noi. Ad ogni desiderio di spuntino ci concederemo, se possiamo, fragranti
porzioni di fragole che con il loro sapore e colore sono capaci da sole
di imprimerci una sferzata di buon umore… se non ci piacciono
le fragole cercheremo sui banchi i primi frutti dell'estate, un occhio
al prezzo e uno al colore! |
Per coglierla in pieno dal novilunio in poi cominceremo con il miele. Gli usi del miele sono infiniti e il suo valore energetico è molto forte. Nel mese di Giugno è pronto nei favi per essere pazientemente raccolto e conservato. Comperiamone un barattolo, di quello buono, possibilmente non industriale… nell'aroma preferito: ce n’è per tutti gusti. Ce ne concederemo una punta di cucchiaino ogni mattina, appena alzati, anche solo una goccia, sciogliendolo lentamente sulla lingua, lasciandoci investire dalla pienezza del sapore, assorbendo le sostanze zuccherine, incamerando energia, potere, dolcezza per sostenerci per tutta la giornata. Lo faremo come rito quotidiano, per tutta la lunazione. |
Assaporando il miele penseremo all’operosità delle api, alla capacità di questi piccoli insetti di compiere opere imponenti e perfette, al loro spirito di collaborazione, la loro capacità di integrarsi nel progetto collettivo contribuendo costantemente con la loro opera al bene della comunità. |
Sarà un modo di prenderci simbolicamente
cura di noi, diluendo l’amarezza che talvolta inevitabilmente visita
la nostra vita e ricordandoci di concederci sempre l’attimo per
gustare ciò che è accessibile, a portata di mano, mentre
si lavora perché si realizzino i nostri sogni più grandi
e si persevera nel nostro progetto di vita, con tutti i suoi ostacoli,
fatiche, ritardi. Il miele lo assumeremo ritualmente e come simbolo: del nutrimento che viene dalla Natura e dalla Madre Terra; della ricchezza materiale ma anche della ricchezza interiore, della dolcezza e l’amore che desideriamo e che dobbiamo concederci per primi; e, infine, per la sua valenza simbolica di cibo adatto agli dei, riconoscendo il valore sacro della nostra persona nell’assumerlo. Dopotutto qualcosa di dolce ce la meritiamo! (Segnalo alla fine di questa pagina un interessante testo "MIELE, NETTARE DEGLI DEI" con ricette al miele, per la tavola e per la salute!) |
La Lunazione del Miele, con la sua calda e avvolgente
dolcezza ci invita a godere del momento. Invita a fermarsi un attimo senza
interrompere l’operosità quotidiana, per concedere a noi stessi
un pensiero d’amore e di gratitudine per tutto il lavoro che facciamo,
per i nostri sforzi, e per riprendere linfa e coraggio per affrontare il momento
del raccolto: qualsiasi cosa riusciremo a raccogliere quest’anno - abbondanza
o mera sopravvivenza - siamo sempre stati in prima linea e non ci siamo risparmiati.
Sotto questa Luna sono favoriti i matrimoni e, infatti, e un periodo in cui
è consuetudine fissare la data delle nozze e iniziare la propria personale
“luna di miele”. La tradizione romana dedicava il mese di Giugno
alla dea Giunone, moglie di Giove e dea della
prosperità e delle unioni matrimoniali.
Gli altri NOMI DI QUESTA LUNAZIONE
Luna della Fragola o Luna Fragola
Luna del Fiore o dei Fiori
Luna Rosa o Luna delle Rose
Luna dei Cavalli
Luna del Sole
Aerra Litha (prima di Litha) o Luna di Litha
Luna del prato
Luna delle Bacche mature
Luna del loto
Luna ventosa
Luna del Bufalo
Sa Luna de Meli
Luna della tartaruga
Fare Luna grassa
Luna del tempo caldo
Luna dell'Anguria
Luna verde dei Cereali
Luna di Mead
Luna del Fieno
Luna del Cavallo
© 2006 Testo di Maria Giusi Ricotti
Aggiornamento del 23 aprile 2016
Qualsiasi riproduzione, senza esplicito consenso
dell'autrice, è vietata.
L'AUTRICE Maria Giusi Ricotti, grafico editoriale e ceramista, nata a Milano. Per amore è approdata molti anni fa in Sardegna, dove vive con la sua famiglia e lavora. mariagiusi@ilcalderonemagico.it |
Bibliografia
L'arte della Strega di Dorothy Morrison, Armenia
http://www.pagan-network.org/site
http://www.lollymagic.it
IMMAGINI
"Queen of Cups" di Julie Cuccia Watts, tratta da http://www.newmoontradingco.com
"Frutti di bosco" di Francesco Muzzu tratta da http://www.lamaddalena.it/foto_muzzu.htm
Varie fonti Internet
Miele: Nettare degli Dei
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Il miele nettare considerato prezioso come l’ambrosia degli dei, richiama ai sensi, dolce e soave alla memoria, rugiada del cielo, antico come le tracce della terra.
Rievocano il miele parole come "melos", cioè "canto, danza, musica"; ma anche lo stesso vello d'oro degli Argonauti, le dolci Ninfe e le Naiadi che il grande poeta greco Callimaco ha posto nel divino mondo animistico della tradizione popolare greca.
La parola Miele la troviamo nel latino "mel-mellis", nel greco "meli-melitos" e nei vocaboli dell'area albanese e celtica; ma soprattutto nella lingua accadica come "melu, mellu, wellu" che derivato dal verbo "elelu", secondo la legge linguistica semita - che fa derivare sostantivi e aggettivi dal verbo - mette una "m" prima del verbo dal quale deriva... "Elelu" significa "essere puro, liberato dalle scorie".
La presenza di un 'ape in una stanza è annunciatrice di buone notizie. "Ape" è una parola antichissima, per molto tempo ritenuta senza etimologia e considerata quindi di origine sconosciuta. Numerosi oggetti di culto recuperati dagli archeologi dimostrano che l'ape era venerata in tutta la Grecia antica. Le caste d'api erano associate ai culti di fertilità: le Melisse, sacerdotesse della Grande Madre, avevano l'ape come simbolo. In greco "Melitta, melissa" significa "ape". |
La Dea Madre, conosciuta anche come "Ape Regina", veniva celebrata a primavera con riferimento all'annuale rinnovarsi della natura.
L'ape simboleggiava anche l'eloquenza umana ed il potere che essa può esercitare: una leggenda narra che uno sciame d'api depose sulle labbra di Platone un favo.
Al miele furono associati numerosi miti, tra i quali quello secondo cui sulla tomba del famoso medico greco Ippocrate progenitore della medicina occidentale, nidificarono le api, producendo un miele miracoloso. Ippocrate, in vita, utilizzava il miele come unguento prediletto, mescolato all’acqua e all’aceto, per curare differenti affezioni.
Si narra che Democrito sia giunto alla rispettabile età di 109 anni facendosi in vita rispettoso della sua prescrizione: "Miele all'interno ed olio all'esterno".
Una delle prime testimonianze dell’uso del miele viene da graffiti rupestri che risalgono al 6000 a.C.
L’uomo neolitico, pare, allevava api anche se il merito di un’apicoltura perfezionata va agli Egizi che scoprirono l’utilità del miele nelle imbalsamazioni.
Gli antichi riconoscevano al miele grezzo proprietà che poi la scienza avrebbe confermato: antisettiche, fortificanti, calmanti.
Nel mondo greco-romano erano noti gli effetti cicatrizzanti, tonificanti e la sua utilità nelle affezioni intestinali e auricolari.
L’origine della parola Miele sembra risalire ad epoche antichissime , e lo troviamo anche tra gli ittiti popolo orientale.
I Sumeri ci hanno tramandato ricette a base di miele: creme di bellezza fatte con l’argilla, acqua miele ed olio di cedro.
Il miele viene profumato da sostanze aromatiche date dai fiori, per cui, secondo la predominanza dell'una o dell'altra specie di fiori nelle vicinanze dell'alveare, le api producono vari tipi di miele.
È interessante sapere che l’ape bottinatrice colei che cerca e raccoglie nettare dai fiori, informa le compagne dei siti più succulenti compiendo una specie di rito, una vera e propria danza circolare.
In diverse stagioni, a seconda dei luoghi e delle colture, si ottengono qualità diverse: miele di prato, di bosco, di brughiera, di monte, di acacia, di tiglio, di lavanda, di rododendro, di rosmarino… Molte sono le ricette che si tramandano, dagli albori, e che hanno come ingrediente essenziale il miele: ricette golose e aromatiche per la cucina, ricette di bellezza (maschere per il viso e per le mani, capelli, bagni rilassanti e nutrienti per l’epidermide). |
Sono inoltre molti rimedi efficaci naturali a base di miele, utilizzati per la cura di mal di gola, febbre, ascessi, insonnia e piccole ferite. Si conosce il miele come elemento dall’alto potere cicatrizzante e antisettico.
Il miele di tiglio ha un buon odore aromatico, ed è un buon dolcificante per le tisane, ha ottime qualità soporifere, ideale per i bambini, per chi è soggetto a nervosismo, e per alleviare i disturbi femminili.
Il miele di castagno è scuro e denso, e dal sapore amarognolo. Ottimo caricatore di energie per le persone anziane e gli inappetenti, per l’alto contenuto di sali minerali che vi sono presenti.
Il miele di edera ambrato e delicato nel sapore è un ottimo rimedio per curare le cistiti, in quanto favorisce la diuresi e l’eliminazione delle scorie.
Il miele di acacia con il suo colore trasparente, la sua forte carica dolce e delicata è il miele più indicato da utilizzare in cucina in quanto non altera il gusto delle pietanze, non intorpidisce le bevande (come dolcificante per le tisane per il te ed ottimo per il caffé) Questo miele è un buon tonico, e “rafforza gli intenti”. È il miele più adatto ai bambini, per le affezioni che contraggono nella stagione fredda (raffreddore, mal di gola, tosse) e è utile a coadiuvare la guarigione da infiammazioni intestinali.
RICETTA AL MIELE CONTRO IL MAL DI TESTA
Mal di testa comune (dovuto a tensione nervosismo, irritabilità) Preparate un infuso di fiori secchi di tiglio e di arancia e petali di papavero (2 cucchiai, 1 cucchiaio 1 cucchiaio) Lasciate la mistura in infusione per 6-10 minuti prima di travasarla in una tazza nella quale avrete precedemente aggiunto due cucchiaini di miele di tiglio. Bevete la tisana finchè è molto calda, lentamente, a luci soffuse. |
RICETTA DELL'IDROMELE
Secondo la tradizione l’idromele è la più antica bevanda fermentata di cui l’uomo si sia nutrito. Sia Ippocrate che Galeno la consideravano curativa e provvidenziale. |
Servono:
10 litri d’acqua,
cannella (un bastoncino),
noce moscata (un cucchiaio),
un pezzettino di zenzero,
chiodi di garofano (due cucchiai)
e té (due cucchiai)
4 kg di miele (essenza che preferite),
1 g di acido citrico,
1 gr acido tartarico,
200gr di lievito di birra.
Prendete un sacchetto di tela e riempitelo con la canella, la noce moscata, lo zenzero, i chiodi di garofano e le foglie di té. Immergetelo in un recipiente contenente 10 litri di acqua.
Lasciato immerso nell’acqua almeno un giorno intero.
Il giorno dopo ponete il recipiente d’acqua sul fuoco, lasciandoci immerso il sacchetto di tela con le spezie, e portate il tutto a ebollizione.
A questo punto aggiungetevi il miele, l’acido citrico e l’acido tartarico. Lasciate bollire per circa due ore (molto lentamente!!!).
Al termine delle due ore troverete una patina di schiuma raccolta sulla superficie. Toglietela fino a lasciare il liquido limpido.
Lasciate raffreddare (fino alla temperatura di 15-20° circa).
Aggiungete i 200 gr di lievito di birra, mescolando fino a scioglierlo del tutto nel liquido.
Potete travasare il tutto dentro ad un recipiente di vetro o di terracotta coprendolo con una tela fermata sulla sommità in modo da proteggere la bevanda dalla polvere ma lasciandola respirare.
Il vaso deve riposare per circa due mesi in luogo buio e fresco (20/25°) .
Passato questo periodo il liquido va travasato in un nuovo recipiente simile a quello precedente dove deve essere fatto fermentare per altri sei mesi.
Passati i sei mesi avrete ottenuto una bevanda di circa 14° alcolici . Potete togliere il sacchetto di spezie e metterlo in bottiglie chiuse ermeticamente.
Gustate il vino-elisir aromatico con calma, consci di aver ripetuto dei gesti antichissimi .
Testo tratto e adattato da http://www.stregoneria.cc/privato/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=81
Immagini
"Dioniso scopre il miele" di Piero di Cosimo http://artchive.com/artchive/P/piero_di_cosimo/cosimo_honey.jpg.html
http://www.stregoneria.cc/privato/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=81
http://www.taccuinistorici.it/newsbrowser.php?news_id=578&news_dove=2
http://www.univ-montp3.fr/~pictura
L'IPERICO, L'ERBA DI SAN GIOVANNI
Al genere Hypericum appartengono alcune specie ornamentali ma la varietà più nota per le sue proprietà officinali è l'Iperico (Hypericum perforatum) detto anche erba di San Giovanni, Cacciadiavoli, Pilatro, Millebuchi, Erba dell´olio rosso, Erba trona... È una pianta erbacea che può raggiungere i 130 cm, glabra, con fusto eretto percorso da due striscie longitudinali in rilievo. È ben riconoscibile anche quando non è in fioritura perché le foglioline, che in controluce appaiono bucherellate (da cui il nome perforatum), in realtà sono ricoperte da piccole vescichette oleose. Le foglie sono opposte oblunghe. I fiori giallo oro macchiettati di nero (questi puntini se sfregati, tingono le dita di rosso) ai margini hanno cinque petali delicati e possiedono molti stami. Sono riuniti in pannocchie che raggiungono la fioritura massima verso il 24 giugno (ricorrenza di San Giovanni), da cui il nome popolare. |
L'Iperico è posto sotto il dominio sia del Sole sia di Marte.
Il nome della pianta deriva dal greco e significa "contro i fantasmi": questo perché si credeva che l'erba respingesse gli spiriti maligni, i quali non potevano sopportarne l'odore. Ecco il perchè del nome popolare, "Cacciadiavoli"... e non deve stupire che fosse usata nei cerimoniali di esorcismo.
Con l'avvento del Cristianesimo, la pianta fu dedicata a san Giovanni Battista, ritenendo che l'olio dal colore purpureo che l'Iperico genera dai fiori e dalle foglie fosse il sangue del Santo.
Su questa pianta e sul Battista sono "fiorite" diverse leggende: una spiega il perchè dei puntini neri sui petali e dei forellini sulle foglie: i primi rappresenterebbero il sangue versato da San Giovanni Battista decapitato, i secondi le lacrime sparse da chi assistette alla scena.
Un'altra leggenda racconta che sia stato Satana, stizzito, a provocarli quando un rigagnolo del sangue di San Giovanni Battista appena decapitato aveva impedito alle legioni dei suoi adepti di irrompere sulla terra.
Ancora un'altra leggenda si collega a quanto riportato nella Bibbia: il Battista si nutriva di locuste e di miele selvatico e la leggenda dice che la pianta su cui gli insetti si posavano fosse proprio quella dell'Iperico.
La fama di Cacciadiavoli diffuse la credenza che dove cresceva non si potessero svolgere i sabbah delle streghe e che le streghe non possano nuocere a chi ne indossi un mazzolino.
Possiede proprietà divinatorie: dal modo in cui cresce è possibile prevedere se il futuro sarà buono o no.
Nel Medioevo, la notte della vigilia di san Giovanni (quella in cui tradizionalmente va raccolta la pianta), era costume dormire con un mazzolino d'Iperico sotto il cuscino, nella convinzione che, così facendo, il santo apparisse in sogno e proteggesse il dormiente dalla morte per un anno intero.
L'Iperico può essere portato come amuleto o appeso sopra gli stipiti delle porte o nelle stalle (in modo da scongiurare le fatture contro il bestiame).
Tenere dei rametti di Iperico fioriti sotto il materasso (specialmente dei bambini) protegge dal malocchio.
Metterne dei mazzi nel sottotetto protegge le abitazioni dai fulmini.
Quando si raccoglie l'Iperico, si scelga una pianta per ciascun membro della famiglia e poi la si appenda in casa: se una pianta non riusce a sbocciare, il membro della famiglia per cui è stata raccolta presto si ammalerà e morirà.
Se si raccoglie l'Iperico restando rigorosamente nudi, i rametti acquisiscono doti da utilizzare negli incantesimi per la fertilità.
Sempre durante la suddetta vigilia di San Giovanni, si usava danzare intorno ai falò indossavando coroncine di Iperico e, danzando, si lanciavano rametti della pianta per propiziare un raccolto abbondante e allontanare dal proprio bestiame malefici e malattie.
Ma chi voleva vedere le Streghe pronte a raggiungere il Noce (Signore, siete avvisate) doveva nascondersi nei pressi di un crocicchio indossando un mazzolino di Iperico a contatto con la pelle, una forca di legno di fico appoggiata sotto il mento ed i piedi immersi in un catino d'acqua; a mezzanotte in punto avrebbe potuto assistere al corteo delle Streghe in volo verso i luoghi della Tregenda.
Non viene riportato il numero delle streghe cadute dalle proprie scope per il troppo ridere dopo aver visto certe strane presenze ai crocicchi.
Sembra che i cavalieri medioevali fossero ammessi alle giostre soltanto dopo aver giurato di non indossare mazzetti di Iperico sotto l'armatura, poichè il potere magico della pianta li avrebbe protetti a scapito della loro effettiva bravura.
Mi è stato riferito che durante l'ultima Guerra alcuni soldati spalmassero l'olio di Iperico sulle canne dei fucili per assicurarsi una buona mira.
L'ERBA DI SAN GIOVANNI NELLA MEDICINA POPOLARE
Molti erboristi sostengono che i "forellini" traslucidi e i "puntini" contengono i principi medicinali più attivi. Il gambo dell'Hypericum perforatum è particolare; così lo descrive il dottor RudoIf Fritz Weiss nel suo libro Nerbai Medicine: "La pianta presenta due rilievi lungo lo stelo, un fenomeno alquanto raro nel mondo botanico, in quanto la regola generale è rappresentata da steli a sezione rotonda o quadrata. Solo l'Hypericum perforatum dispone di questi due rilievi, che danno l'impressione di uno stelo appiattito". |
Nel suo libro The Healing Power of Herbs, il dottor Michael T. Murray afferma: "L'erba di San Giovanni ha una lunga tradizione nell'uso popolare: Ippocrate (il padre della medicina), Dioscoride, il più rinomato medico dell'antica Grecia, e Plinio il Vecchio (nell'antica Roma) la impiegarono per curare molte malattie".
Nella medicina popolare, l'erba di San Giovanni è stata impiegata per curare sia ferite (date le sue elevate proprietà antibatteriche e antivirali) sia disturbi ai reni e ai polmoni... ma anche per sanare quella che oggi definiamo depressione.
Nella Rodale's Illustrateci Encyclopedia of Herbs leggiamo: "Quest'erba viene considerata benefica per l'apparato digerente; in particolare si è sempre ritenuto che i suoi componenti alleviassero i disturbi dovuti all'ulcera e alla gastrite. Inoltre è stata usata per combattere la nausea e la diarrea. Anche i lividi e le emorroidi sembrano trarre giovamento dalla sua applicazione. E stata impiegata per scopi sedativi e analgesici. I fiori, aggiunti a un particolare olio di uso medico, hanno effetto lenitivo sulle ferite da taglio. Gli erboristi infine le attribuiscono la proprietà di indurre (o aumentare) un senso di benessere".
Molto tempo prima che la depressione venisse identificata dalla medicina tradizionale come una malattia dai connotati precisi, i suoi sintomi "preoccupazione", "inquietudine nervosa", disturbi del sonno e altri ancora venivano curati con l'erba di San Giovanni. E anche nella moderna medicina erboristica l'erba di San Giovanni è impiegata soprattutto nella cura della depressione. Se vi siete rivolti a un erborista per curare la depressione, quasi sicuramente vi avrà consigliato l'iperico.
Per quanto riguarda invece l'uso estensivo dell'iperico nella medicina tradizionale, si può dire che siamo soltanto agli inizi. Le premesse tuttavia sono più che incoraggianti. Attualmente infatti l'efficacia dell'iperico viene studiata per la cura dell'AIDS, di varie forme di cancro, dell'enuresi notturna nei bambini, di alcune malattie della pelle (come la psoriasi), dell'artrite reumatoide, delle ulcere peptiche e, non ultimo, del mal di testa da sbornia (l'iperico si solubilizza bene e si conserva nell'alcool).
VANTAGGI ED effetti collaterali dell'iperico NELLA CURA DELLA DEPRESSIONE
La ricerca medica ha dimostrato che l'iperico è un trattamento efficace per la depressione: altrettanto efficace, nella maggior parte dei pazienti, degli antidepressivi tradizionali. In sintesi, le ricerche cliniche dimostrano che dal 50 all'80 per cento dei pazienti depressi manifesta una significativa diminuzione dei sintomi e un corrispondente aumento dello stato di benessere. L'entità del successo è comparabile a quella degli antidepressivi tradizionali; tuttavia, a differenza di questi ultimi: |
1) gli effetti collaterali dell'iperico sono pochi e lievi,
2) l'iperico costa molto meno,
3) l'iperico non ha bisogno di ricetta medica
Utilizzata per secoli dalla medicina popolare, l'erba di San Giovanni vanta un eccellente record di sicurezza, confermato da ricerche mediche recenti. L'uso massiccio di iperico in Germania (sessantasei milioni di dosi giornaliere all'anno) non ha prodotto referti medici che denuncino un grave impatto con il farmaco o un effetto tossico in seguito a un iperdosaggio accidentale.
Dal punto di vista della tossicità, l'iperico è più sicuro dell'aspirina.
Infatti l'unico effetto tossico di cui siamo a conoscenza si manifesta in alcuni animali a pelo corto, come la pecora, che muore non tanto per avere ingerito, brucando, grandi quantità di erba di San Giovanni, ma per essersi esposta al sole successivamente: questa è la ragione per cui in Australia l'iperico è considerato un'erba dannosa. L'iperico aumenta la sensibilità dell'animale alla luce, per cui questo si ammala e talvolta muore a causa delle ustioni (in termini medici si parla di fototossicità).
Questo fenomeno, per quanto teoricamente possibile negli uomini, non è mai stato documentato in rapporto alle dosi di iperico raccomandate per la cura della depressione. Anche nel caso della ricerca sull'AIDS, che implica la somministrazione di iperico per via endovenosa in quantità trentacinque volte superiori a quelle per la depressione, gli effetti fototossici sono stati scarsi e comunque mai letali.
Tuttavia il rischio della fototossicità va considerato se il paziente ha già manifestato una sensibilità specifica alla luce solare o se è in cura con altri farmaci fotosensibilizzanti, come la Clorpromazina o le Tetracicline.
In uno studio condotto su 3250 pazienti sottoposti a iperico, solo il 2,4 per cento ha manifestato effetti collaterali che tendono a essere lievi. Le affezioni gastrointestinali rappresentano lo 0,6 per cento, le reazioni allergiche lo 0,5 per cento, l'astenia lo 0,4 per cento, l'agitazione lo 0,3 per cento.
Un valore superiore viene riportato dal British Medical Journal ma anche questo articolo ha concluso che gli effetti collaterali dell'iperico sono "rari e di lieve entità".
A questo proposito vale la pena segnalare che alcuni dei più preoccupanti effetti collaterali degli antidepressivi tradizionali - disfunzioni sessuali, interazioni negative con l'alcol o con altri farmaci, secchezza delle fauci, cefalea - non sono stati individuati nei pazienti trattati con l'iperico.
Inoltre, gli effetti negativi dell'iperico si sono dissolti quando i pazienti ne hanno sospeso l'uso. Non sono dunque stati rilevati effetti collaterali "irreversibili": in altre parole non si è verifìcato alcun danno permanente e tutti gli effetti nocivi sono scomparsi non appena i pazienti hanno smesso di assumere l'iperico.
A ogni buon conto, se paragonati ai sintomi della depressione, gli effetti negativi dell'iperico sono lievi.
La bassa percentuale di effetti negativi dell'iperico - in particolare nelle dosi raccomandate per la cura della depressione - lo colloca nella categoria delle erbe, delle vitamine, dei minerali e dei farmaci "da banco". Dunque, a condizione di essere sempre attenti ai potenziali effetti collaterali, i consumatori bene informati possono assumere l'iperico con assoluta tranquillità. Ad ogni modo, prima di acquistarlo o di prepararlo per vostro conto, consultatevi sempre con il vostro medico. Soltanto lui vi potrà indicare se esso è adatto a voi e in quale dosaggio assumerlo.
COME SI RICAVANO I PRODOTTI A BASE DI IPERICO
Quando comprate un'aspirina, sapete che è aspirina, indipendentemente dal nome commerciale presente sulla confezione. Quando comprate l'iperico, o erba di San Giovanni, invece non sapete che cosa avete in mano. Una ditta farmaceutica può macinare la pianta di Hypericum perforatum essiccata, incapsularla e chiamarla legittimamente "iperico" o "erba di San Giovanni". Tuttavia non è questo il metodo di preparazione dell'iperico puro impiegato nella maggior parte delle ricerche cliniche sui rapporti tra iperico e depressione: finora soltanto un metodo di preparazione si è dimostrato clinicamente efficace. |
In breve, il metodo consiste nel prendere alcune parti dei fiori e delle foglie della pianta di Hypericum perforatum, essiccarle ed estrarne gli elementi utili solubilizzandoli in alcol. Dopo che l'alcol è evaporato, rimane l'estratto, il quale, poi, viene saggiato e corretto in modo che la concentrazione di ipericina (una delle sostanze attive dell'iperico) sia pari allo 0,3%. Questo metodo è noto come estrazione alcolica. L'alcol non è presente nel prodotto finale, ma è necessario per estrarre dalla pianta le sostanze farmacologicamente utili.
Nell'Hypericum perforatum le sostanze chimiche ritenute più benefiche per la cura della depressione si ottengono mediante estrazione alcolica. Questa è la ragione per cui un infuso a base di erba di San Giovanni (estrazione con acqua) non ha un effetto equivalente. Non sono ancora stati compiuti degli studi per esplorare l'efficacia dell'infuso di iperico nella cura della depressione. (Le sostanze medicinali dell'Hypericum perforatum si solubilizzano bene anche nell'olio; ecco perché i preparati per la cura delle ferite esterne sono a base di iperico e olio d'oliva.)
Olio di iperico o olio Di San Giovanni
Chiamato anche erba di San Giovanni in quanto l’ordine di San Giovanni la utilizzava per cicatrizzare ferite e tagli durante le battaglie. Di questa preparazione si potrebbe dire che è un vero trattamento di salute, è probabilmente il prodotto antirughe e anti età più potente ed efficace che esista in natura. Si ottiene riempiendo un barattolo di vetro di sommità fiorite di Iperico, si aggiunge olio extravergine d'oliva, si chiude il coperchio e si mette in infusione solare (ovvero in un posto dove prenda sole dall'alba al tramonto) per una intera lunazione (28 gg.). |
Al termine dell'infusione solare si filtra e si conserva in una bottiglietta in un posto asciutto e al buio.La sua durata è di un anno.
È un estratto oleoso dal tipico colore rossastro che viene utilizzato per uso esterno, soprattutto in caso di pelli secche ed arrossate. Grazie alle proprietà emollienti protegge la pelle conferendo una rapida sensazione di benessere.
Può avere gli stessi effetti sulla pelle di un costosissimo prodotto cosmetico. Sarà sufficiente applicarlo ogni sera su viso e collo per poter constatare i primi risultati già dopo soli 10 giorni di applicazione.
Usato con successo anche in caso di: scottature, dolori articolari, macchie della pelle, psoriasi, secchezza della pelle del viso e del corpo, invecchiamento della pelle, piaghe da decubito, smagliature, cicatrici, segni provocati dall'acne, mani screpolate, emorroidi, punture di insetti, ulcerazioni del glande maschile, reumatismi.
Stimola la rigenerazione cellulare ed è infatti questo il motivo della sua efficacia contro le ustioni.
© 2007 Ricerca sull'Iperico di Halia, la Gatta Masciara
© 2007 Ricetta dell'Olio di San Giovanni di Micaela Balice
FONTI
http://www.botanical.com/botanical/mgmh/s/sajohn06.html
http://www.celticworld.it/sh_wiki.php?act=sh_art&iart=464&im=1
http://www.tabaccheria21.net/Index.htmhttp://www.museibassapd.it/tradizioni%20popolari/medico%20%20di%20campagna/medico_di_campagna.htm
http://www.cortescontenti.it/herbariumiperico.htm
http://www.erboristeriadulcamara.com/iperico.htm
http://www.anagen.net/ip.htm
http://web.ticino.com/oasiblu/iperico/hyp18.htm
Frate Indovino
Barbanera
IMMAGINI
Hypericum perforatum di Rosa Termini
http://www.valdaveto.net/documento_208.html
http://www.gfmer.ch/TMCAM/Atlas_medicinal_plants/Hypericum_perforatum.htm
L'AUTRICE Maria Giusi Ricotti, grafico editoriale e ceramista, nata a Milano. Per amore è approdata molti anni fa in Sardegna, dove vive con la sua famiglia e lavora. mariagiusi@ilcalderonemagico.it |
L'AUTRICE Micaela Balice, dottoressa in pedagogia, naturopata, specializzata in Fiori di Bach ed Erboristeria Popolare. |
L'AUTRICE Rosalba Formato (Mnemosyne) |
L'AUTRICE Patrizia Schettini Natrella alias "Halia,
la Gatta Masciara" è pugliese DOC, nata a Bari, dove lavora,
si interessa di mitologia e ama esplorare usi e tradizioni locali (magiche
e non, con particolare attenzione all'Incanto), che considera patrimonio
di ogni popolo al pari della storia. |
Calendario Lunare Completo Per seguire le fasi lunari in relazione alle coltivazioni del giardino
o dell'orto: |
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