LITHA, PORTA
SOLSTIZIALE ricerca di Maria Giusi Ricotti |
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Il 21 di giugno è conosciuto come Solstizio d’Estate. Solstizio deriva dal latino solstat, "il sole si ferma", e, infatti, pare quasi che il sole indugi in questa posizione prima di riprendere il suo cammino discendente. |
Il Solstizio è la massima apoteosi
della Luce sulla terra, l’attimo carico di energie che provengono da
secoli di tradizione, è un passaggio che ci porta dal predominio Lunare
a quello Solare che sarà celebrato con la festa del Raccolto.
Nell'antica Grecia i due solstizi erano chiamati "porte": "Porta
degli Uomini" il Solstizio d’Estate e "Porta degli Dei"
il Solstizio invernale. Attraversando queste porte il Sole dava inizio alle
due metà, ascendente e discendente, del percorso annuale.
Con la fase ascendente si
entrava nel mondo materiale della creazione, mentre attraverso la seconda
fase, discendente, si entrava nel regno divino e soprannaturale. |
Il Solstizio d’Estate o Porta
degli Uomini è un tempo di passaggio, che si colloca come confine che
separa la crescita dal declino… Midsummer, mezza-estate, lo
chiamano nei paesi anglosassoni, e Shakespeare nel suo "Sogno di una
notte di Mezza Estate" ne ha raffigurato l'aspetto magico, dove sogno
e realtà si fondono.
Questa atmosfera di tempo fuori dal tempo, di sospensione e attesa, rende
il Solstizio un momento propizio per i presagi e le pratiche divinatorie.
La magia d'amore e guarigione è specialmente adatta a questo momento
dell'anno.
La notte di Litha (dal nome della dea sassone del grano affine a Demetra e
a Cerere) è quando i Druidi raccolgono e uniscono le loro piante magiche
e le seccano per utilizzarle in inverno. Da noi corrisponde alla magica notte
di San Giovanni, in cui tradizionalmente si raccolgono l’erba
di San Giovanni (Iperico), il Vischio, il Sambuco, la Verbena e l’Artemisia
e si accendono i falò per celebrare e rinforzare i raggi del sole estivo.
Anche se i giorni più caldi devono ancora venire, l'estate è
ormai con noi. Si ha voglia di trascorrere quanto più tempo possibile
al sole e all'aria aperta.
Litha è il momento concreto della prosperità e del raccolto
di ciò che è stato seminato nella nostra vita. Che si tratti
di benessere materiale o di raccolto spirituale è la festa dell’abbondanza.
E' un momento adatto per concludere
e portare a compimento quello che stiamo realizzando. Ed è anche
tempo di gioia e di divertimento. Come celebriamo la crescita delle
messi, così festeggiamo la nostra crescita interiore. |
Psicologicamente è il momento
di celebrare il raggiungimento dei nostri obiettivi, di riconoscere i nostri
talenti e la nostra azione nel mondo esterno. Un ottimo momento anche per
portare in superficie qualsiasi problema di creatività, sessualità
e passione, affinché venga sciolto, completato e concluso durante durante
l’estate.
Questo è un momento potente in cui si deve essere pronti a fare il
maggiore utilizzo possibile del fiume di luce che si riversa nella Natura
e su di noi.
Ma tutto scorre, e dobbiamo ricordarci che la vita è un processo dinamico,
in continua trasformazione. Nel preciso punto solstiziale di equilibrio tra
l'anno crescente e l'anno calante, troviamo il momento ideale per lavorare
sulle qualità di integrazione di quello che abbiamo imparato in questi
mesi e il raggiungimento di un nuovo futuro equilibrio interiore.
Ricerca e testo di ©
Maria Giusi Ricotti
Qualsiasi riproduzione, senza esplicito
consenso dell'autrice, è vietata.
Revisione del 27 giugno 2011
L'AUTRICE Maria Giusi Ricotti, grafico editoriale e ceramista,
nata a Milano. Per amore è approdata molti anni fa in Sardegna,
dove vive con la sua famiglia e lavora. mariagiusi@ilcalderonemagico.it |
FONTI
http://digilander.iol.it/cortescontenti/feste2.htm" \l "casmaran"
http://digilander.iol.it/cortescontenti/feste2.htm#casmaranLitha
http://www.lollymagic.it/defaultx
html/qs_Eventi/id_6/Solstizio+d'estate+(Litha).html
Stazione Celeste
IMMAGINE
Copia in filigrana di medaglione etrusco con Giano Bifronte, V sec a.C., Museo
Civico di Ferrara
tratta da http://www.il-girasole.com/brooches.htm
Litha - Casmaran
Intorno al 21 giugno il sole celebra il suo trionfo, in quello che è
il giorno più lungo dell'anno.
Dopo il Solstizio d'Estate, le giornate inizieranno lentamente ad accorciarsi
fino al solstizio d'inverno, in quella che è la fase "calante"
dell'anno.
Il sole raggiunge la sua massima declinazione positiva rispetto all'equatore
celeste, per poi riprendere il cammino inverso: inizia l'estate astronomica.
È tempo in cui possiamo ricevere il massimo della potenza solare: la
mistica forza che unisce cielo e terra è ora più forte.
Questa verità era conosciuta
dagli antichi popoli che pare fossero a conoscenza del fatto che le
ley lines, le misteriose linee invisibili che solcano la superficie
terrestre aumentano la loro carica energetica tramite la potenza solare.
Anche monumenti come menhir, dolmen e cerchi di pietre erano forse focalizzatori
artificiali del sistema energetico terrestre. |
Il Neo-Druidismo chiama il Solstizio
d'Estate Alban Heruin, "Luce della riva". Infatti, la festa
è al centro dell'anno, al suo volgere, così come la spiaggia
è il luogo d'incontro di mare e di terra dove i due confini si uniscono.
Nelle tradizioni antiche la "terra" era la zona astronomica al di
sopra dell'equatore celeste e l' "acqua" quella inferiore. Il sole
trovandosi nel loro punto d'incontro è come sulla riva del mare.
Tra i Lapponi si festeggiava Baiwe, Madre del Sole, intrecciando
ghirlande di fiori o d'erba e si spalmava del burro sugli stipiti delle porte
come segno della sua generosità.
Dalla Russia, Norvegia, Svezia alla Grecia e Roma, tra gli indiani d'America
e in Cina il solstizio d'estate era un giorno importante. Si facevano feste
con torce accese intorno ai campi, in senso orario, per benedirli. Una donna,
che rappresentava la Dea, gettava un mazzo di nastri rossi, azzurri, gialli,
verdi e bianchi in mezzo al fuoco, per rappresentare l'unione tra il cielo
e la terra, l'inverno e l'estate, l'acqua e il fuoco.
Mazzetti di erbe collocati sotto il cuscino, soprattutto l’Iperico,
favoriscono i sogni divinatori: le erbe giocano un ruolo di primo piano nelle
tradizioni solstiziali e di San Giovanni. Si raccolgono piante aromatiche
da bruciare sui falò solstiziali, piante che danno poco fumo e hanno
un buon aroma, come timo, ruta, maggiorana. È comune credenza che moltissime
piante raccolte in quest'epoca abbiano poteri quasi miracolosi.
Il vischio è una pianta
solstiziale molto importante nella tradizione celtica: secondo lo scrittore
romano Plinio pare che gli antichi Druidi raccogliessero questa pianta
con un falcetto d'oro, strumento che univa la forma lunare al metallo
solare. I rami di vischio al Solstizio d'Estate assumono un aspetto
dorato: il famoso Ramo d'Oro dei miti. |
Proprio tutte queste virtù magiche
che terapeutiche attribuite alle piante, spiegano l'abbondare di leggende
riguardanti coloro che più di ogni altra persona conoscevano le erbe
magiche: le streghe.
L'usanza antica di certe donne di recarsi nude a raccogliere erbe ricorda
antichi riti in cui le donne andavano nude nei campi per propiziare il raccolto,
spesso danzando. Forse dietro le storie dei raduni di incantatrici e di fattucchiere
nella notte di mezza estate, si cela anche il ricordo dei riti solstiziali
celtico-germanici intorno ad un albero (il noce di Benevento!) o delle feste
licenziose in onore della dea Fortuna
nell'antica Roma: ricchi e poveri, liberi e schiavi, accorreva ai templi,
banchettava e danzava.
Fortuna è la Dea della
casualità assoluta, del caos benefico e rigeneratore. La somiglianza
di queste feste con i Saturnali del Solstizio d'Inverno fanno del Solstizio
Estivo una sorta di capodanno o di carnevale, un periodo "caotico"
in cui il cosmo si rinnova e si ricrea, con conseguente rimescolamento dei
ruoli sociali e capovolgimento delle norme morali. In questo benefico caos
assumono rilievo i due elementi primordiali del fuoco e dell'acqua, contrapposti
ma pur sempre complementari, dove il primo simboleggia i poteri della divinità
maschile e la seconda quelli della divinità femminile (o, se si preferisce
il Sole e la Luna).
L'acqua del Solstizio è
direttamente collegata alla luna e al segno del Cancro: significativamente
il glifo di questo segno zodiacale è composto da due segni spiraliformi
che si oppongono in un simbolo simile allo Yin-Yang orientale, forse
indicanti le due metà dell'anno che ora si incontrano. |
Il fuoco viene simboleggiato
dai falò accesi un po' ovunque in Europa nella notte solstiziale.
Sono simboli solari e accenderli significa rafforzare l'energia dell'astro
che d'ora in avanti va declinando. Un'altra interpretazione esalta il
loro valore purificatorio, con cui vengono scacciati gli spiriti maligni
e le malattie. Non bisogna dimenticare infatti che in questo periodo
caotico, di "passaggio", così come gli esseri umani
hanno libero accesso a regni e poteri soprannaturali, così anche
le entità malefiche possono vagare indisturbate per il nostro
mondo. |
In Scandinavia il falò del Solstizio
era il "fuoco di Baldur". Baldur, figlio di Odino, era il giovane
dio che veniva ucciso nel fiore degli anni e probabilmente nell'antichità
si sacrificavano uomini per rappresentarne la morte. Forse Baldur era uno
spirito della vegetazione, lo spirito della quercia celebrato da alcuni miti
nordici e celtici. Infatti, le leggende narrano di una lotta eterna tra due
opposte divinità, il Re della Quercia e il Re dell'Agrifoglio, dove
il primo rappresenta il Dio dell'anno crescente (cioè della metà
dell'anno in cui la luce solare prevale sulle tenebre notturne) e il secondo
raffigura il Dio dell'anno calante (la metà dell'anno in cui la notte
prevale sul giorno).
Se in inverno era il Re dell'Agrifoglio a soccombere, a Litha-Casmaran era
il Re della Quercia a dover cedere di fronte all'avversario. E questo spiega
perché i fuochi solstiziali erano alimentati con legno di quercia...
la quercia fiorisce intorno a Casmaran e segna il passaggio tra anno crescente
e anno calante.
La morte estiva del Re della Quercia aveva varie forme: bruciato vivo, accecato
con un ramo di vischio o crocifisso su una croce a T.
L'idea di due divinità o di due re che combattono eternamente tra loro
appare in molte culture. Ma se nelle mitologie più antiche il signore
abbattuto risorgeva ogni anno, in modo che la luce e l'oscurità regnassero
in equilibrio tra loro, in tutti questi miti più tardi, probabilmente
per influenza dei culti solari legati alla regalità, la vittoria dei
personaggi "luminosi" è sempre definitiva e la morte di quelli
“oscuri” senza appello.
Nelle leggende riguardanti il duello eterno dei due re appare spesso una figura
femminile che rappresenta la Dea, la quale non combatte, non si schiera e
non soccombe ma costituisce un perno immobile tra le due figure, simbolo della
Morte in Vita.
Infatti, anche se ora la terra è esuberante nella sua fertilità,
è pur sempre uno zenith transitorio in cui la Natura presiede alla
morte del Re della Quercia e all'insediamento del suo oscuro ma necessario
gemello.
Litha rappresenta anche il
ciclo agricolo incentrato sui cereali. Nelle Isole Britanniche questo
ciclo venne narrato nella storia di John Barleycorn (lo spirito dell'orzo)
che vive dalla semina fino al momento della sua morte ad opera della
falce, ma che poi rinasce dal suo stesso seme, in un ciclo senza fine
ma con momenti ben definiti, caratterizzati da celebrazioni rituali.
In questo ciclo il Dio muore e discende agli inferi dove la Dea della
Terra lo soccorre e lo fa rinascere. |
Celebrare Casmaran - Litha
Possiamo raccogliere le erbe del solstizio e conservarle. La pianta sacra
del solstizio d'estate è l'iperico.
L'iperico raccolto a mezzogiorno del solstizio era considerato capace di guarire
molte malattie, mentre le radici raccolte a mezzanotte cacciavano via gli
spiriti maligni. L'iperico era appeso sulle porte per proteggere le abitazioni
dagli spiriti malvagi.
Nella tradizione si bruciano nove diversi tipi di erbe nel fuoco di Litha.
E sono: Iperico, Ruta, Verbena, Vischio, Lavanda, Timo, Finocchio, Piantaggine
e Artemisia.
In tutta Europa si traevano (e forse ancora si traggono) presagi ad opera
delle ragazze nubili per sapere se si sarebbero sposate ed eventualmente acquisire
indizi sull'identità del futuro sposo. Ad esempio col piombo liquefatto
nelle padelle s'individuava, tramite le forme assunte dal metallo, il mestiere
del futuro sposo. Altri metodi utilizzavano la chiara d'uovo versata nell'acqua
o le fave sbucciate.
In Galles per trovare la propria anima gemella si camminava intorno ad una
chiesa nove volte e si metteva alla fine di ogni giro un coltello nella serratura
del portone, dicendo: "Qui c'è il coltello, dove è
il fodero?" Il simbolismo è evidente.
Usanze logiche se si pensa che la Natura, al massimo del suo rigoglio, favorisce
tutto ciò che riguarda l'amore e la fertilità.
E' il giorno delle divinazioni e delle magie domestiche, dei piccoli e grandi
riti protettivi legati all'elemento fuoco.
Possiamo fare cose molto semplici. Ad esempio alzarci all'alba e osservare
il sole che spunta, meditando sulle sue qualità e sul suo destino:
la massima forza coincide con l'inizio del suo declino.
Possiamo bagnarci con la rugiada solstiziale oppure accendere un piccolo falò
nel nostro giardino la vigilia del solstizio e organizzare un piccolo festino
con i nostri amici.
Ma possiamo anche celebrare ritualmente questo momento con una veglia che
cominci a mezzanotte, in fondo è la notte più breve dell'anno!
All'aperto si può tenere acceso un piccolo fuoco oppure si possono
accendere candele rosse o dorate, meditare sui significati di questa festa,
ascoltare o suonare musica, leggere poesie, magari in compagnia dei nostri
amici.
Al momento dell'alba possiamo salutare il sole dicendo:
"Salute a te Sole nel giorno del tuo trionfo!"
Sentiamo l'energia solare che pervade il mondo.
Possiamo fare offerte di vino e di dolci.
Fonti e riferimenti
http://www.cortescontenti.it/sabba2.htm
http://digilander.iol.it/cortescontenti/feste2.htm" \l "casmaran"
http://digilander.iol.it/cortescontenti/feste2.htm#casmaranLitha
http://www.lollymagic.it/defaultx
html/qs_Eventi/id_6/Solstizio+d'estate+(Litha).html
LA NOTTE DI SAN GIOVANNI, 24 GIUGNO
Era proprio nella notte del
24 Giugno che le dianare (dominae nocturnae) della Societas
Dianae (compagnia, corteo di Diana) erano solite svolgere la più
importante riunione dell'anno sotto le fronde del famoso Noce di Benevento. |
L'albero del noce, come la quercia sacra
dei druidi, rappresenta la congiunzione fra cielo e terra, il ponte o la porta
fra le dimensioni che nella notte del Solstizio diviene sottile e penetrabile.
Ecco un esempio di come una semplice usanza popolare riveli contenere antichissime
conoscenze. Questa notte di "mezza estate" è sicuramente
la più ricca di leggende, di tradizioni, di rituali misteriosi, un
momento straordinario per ritrovare negli antichi racconti e usanze quanto
di più suggestivo ci può dare l'Anno magico. Per prevedere il
futuro, sotto il guanciale venivano messe le cosiddette "erbe di San
Giovanni", legate in mazzetto in numero di nove ma di qualità
varianti da paese a paese. Indispensabile era l'iperico. Scrive Fattore, in
"Feste Pagane": "L'usanza antica di certe donne di recarsi
nude a raccogliere erbe ricorda antichi riti in cui le donne andavano nude
nei campi per propiziare il raccolto, spesso compiendo danze cavalcando bastoni
o manici di scopa".
Le erbe più note e ricercate della notte di San Giovanni sono l'iperico
chiamato anche scacciadiavoli, considerato un anti-malocchio, l'artemisia
detta anche assenzio volgare, consacrata a Diana, la verbena simbolo di pace
e di prosperità, e il ribes i cui frutti rossi proteggono dai malefici.
Se invece si desiderano molti quattrini, a mezzanotte si dovrebbe cogliere
un ramo di felce e tenerlo in casa.
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In Sardegna, ci segnala l'antropologo
Frazer nei primi decenni del novecento, c'era ancora l'usanza di piantare
questi giardini in occasione della festa di mezz'estate. Alla fine di maggio
le ragazze confezionavano vasi con la corteccia del sughero, lo riempivano
di terra e vi seminavano grano oppure orzo. Le piantine venivano curate fino
alla vigilia di San Giovanni, quando erano gia abbastanza alte. Il vaso, chiamato
"erne" il 24 giugno veniva rotto nel mezzo della festa in cui tutti
mangiavano e ballavano al suono dei flauti. Si mischiava quindi il vino in
una coppa di legno che veniva fatta girare fra i presenti seduti in circolo
intonando un canto: "compare e comare di San Giovanni" a suon di
musica.
In altre zone d'Italia alla vigilia di questa festa si mettono ancora sulle
finestre vasi di grano decorati con una bambolina o una figura priapica di
pasta di pane. C'era chi, sul davanzale della finestra, esponeva un boccale
di vetro colmo d'acqua in cui aveva versato una chiara d'uovo. All'alba venivano
tratti gli auspici a seconda della forma che la chiara nel frattempo aveva
assunto. La ragazza che voleva conoscere il futuro amoroso, riempiva la caraffa
con acqua attinta da ben sette fontane. Due, e non più, le cucchiaiate
di quel liquido. Le interessate, al mattino, vi potevano scorgere (attraverso
la chiara d'uovo) le fattezze del futuro marito.
Il nocino, gli infusi, la rugiada, le erbe raccolte in queste notti da bruciare
sui falò, sono carichi di grande energie che provengono dalla tradizione,
contengono ancora le antiche virtù e queste non spariranno solo perché
qualcuno ha deciso che così dovrebbe essere, poiché sono fatte
di simboli autentici, di antica magia, quella ciclica che mai svanirà.
Ancora una volta quindi cammineremo scalzi sui prati perché la "guazza",
rugiada della notte, era considerata un farmaco potente di purificazione e
raccoglieremo 24 spighe di grano che, se custodite gelosamente, porteranno
fortuna, una sorta di bagno nell'acqua odorosa di fiori di campo come camomilla,
margherite, melissa o ginestre, perché in questa mirabile notte si
possono trovare tesori nascosti e acque di lunga vita. Ed ora si apriranno
ancora una volta le porte solstiziali, ancora oggi, come nei secoli scorsi,
qualcuno apre ciò che nessuno può chiudere e chiude ciò
che nessuno può aprire.
Apritevi alla notte e ai misteri per riempirvi così di rugiada immortale.
TRATTO DA