TICHE, FORTUNA |
O Fortuna, come la Luna mutevole, sempre cresci o decresci ... Carmina Burana |
Tiche secondo le diverse
versioni veniva considerata una delle Oceanine, figlie del titano
Oceano e di Teti oppure una divinità figlia di Ermes ed Afrodite.
Tiche o Tyche era la divinità tutelare della fortuna e del destino di ogni città ellenica e venne venerata in modo particolare ad Antiochia e Alessandria. A Tiche le amministrazioni cittadine dedicavano una statua che portava una corona raffigurante le mura della città. |
Tiche è associata alla
dea Fortuna dei romani: una divinità antica, forse precedente
alla fondazione di Roma anche se i romani ne attribuivano l'introduzione
del culto a Servio Tullio, il re che più, fra tutti, fu favorito
dalla fortuna. Si racconta anche che ella l'avesse amato, benchè
egli non fosse che un mortale. |
La sua funzione era decidere
della qualità del destino dei mortali; originariamente distribuiva
fortune e sfortune secondo criteri di equità, nella concezione
che il mondo soggiacesse a una legge di armonia, per via della quale
il bene e il male si compensavano in eguale misura. Infatti, chi non ringraziava gli dèi per le fortune acquisite avrebbe subito l’intervento di Nemesis la "giustizia compensatrice" o "giustizia divina": Nemesis avrebbe fatto intervenire un evento o una situazione negativa dopo ogni periodo particolarmente fortunate, come atto di giustizia compensatrice distribuito dal fato. L'idea che soggiaceva al meccanismo fu superata con le successive immagini di Fortuna come dea bendata, casuale dispensatrice di prosperità o eventi favorevoli, che fu in auge fino alle rappresentazioni medievali. Reggeva la cornucopia dall'abbondanza tra le braccia, oppure teneva in mano la ruota della fortuna, o un timone… dato che era lei che pilotava la vita degli uomini. Tuttora nei proverbi popolari la fortuna “è cieca” e le allegorie della Dea Bendata non si contano. La Fortuna è stata definita rigorosamente da Aristotele: per il filosofo era una causa accidentale nelle cose ("in quelle cose che non avvengono né sempre né per lo più") che avvengono per scelta in vista di un fine. Una particolare forma del caso. |
Il filosofo Severino Boezio,
nel "De Consolazione philosophiae" paragonava la Fortuna
ad una ruota che fa girare la vita degli uomini: essi infatti a volte
si trovano in una posizione favorevole, a volte no perchè la
Fortuna, filosoficamente, rimanda alla casualità, a quel qualcosa
contro cui la volontà umana nulla può fare. |
La dea Fortuna era ed è
rimasta una dea senza mito: è sopravvisuta al passato come
astrazione, un non-mito che continua a essere evocato proprio nel
quotidiano, in quel territorio in cui con più difficoltà
riusciamo a riconoscere e ad incontrare il sacro della vita. Ma la vita “è” la Fortuna stessa, in tutte le sue manifestazioni, anche quelle di Nemesis. Non varrebbe davvero la pena di tornare a tributare a questa Dea maggiore attenzione e rispetto? Ricordandosi di rigraziare la buonasorte quando ci sorride… e chiedendoci il motivo quando non lo fa. |
FONTI DELLA RICERCA
Tyche di Cristina Allegretti
- http://www.geagea.com/59indi/59_03.htm |