Dea dell’aurora, figlia di Iperone e di Tia, o anche del gigante Pallante. Allo spuntare del giorno Eos saliva su di un carro alato e sorgeva dall’Oceano per annunciare la nascita del Sole.
Eos amò diversi giovani conosciuti per la loro bellezza, tra i quali Orione, Cefalo e Titone, che divenne suo sposo e dal quale ebbe un figlio Mnemone, che morì ucciso da Achille. Da quel giorno Eos pianse il figlio per l’eternità, tanto che si dice che la rugiada mattutina siano le sue lacrime.
Per Titone, dato l’infinito amore che nutriva nei suoi confronti, Eos riuscì ad ottenere dagli dei l’immortalità, ma si dimenticò di chiederne anche l’eterna giovinezza, quindi quest’ultimo fu costretto a invecchiare per l’eternità senza mai morire e fu quindi accudito da sua moglie. Titone fu quindi rinchiuso in una stanza in un cesto di vimini, tanto era divenuto piccolo, per proteggerlo dal mondo. Eos riuscì ad ottenere dagli dei che fosse liberato da tale dannazione e fosse trasformato in una cicala.
Poiché, a parte il suo sposo, Eos aveva avuto diverse relazioni insoddisfacenti, si dice che fosse stata condannata da Afrodite a essere perennemente innamorata, ma mai felicemente, poiché la dea della bellezza aveva scoperto una tresca amorosa con il suo amante Ares.
Nel segno dei Pesci troviamo il domicilio di Nettuno e Giove, e l’esaltazione di Venere. Chi possiede la Luna in tale segno è romantico e sognatore e, molto spesso, soffre le pene d’amore ed è tendenzialmente piagnucoloso, o quanto meno compiange spesso sé stesso e si erge a vittima. Le lacrime, come vediamo, sono ben presenti nel mito. Analogamente il segno dei Pesci è il primo a sorgere dopo il solstizio di primavera e annuncia il sorgere del Sole che passerà prima sull’ascendente e poi in dodicesima casa, cosignificante del segno. Come si sa il movimento delle case è sempre il medesimo e la dodicesima è quella che preannuncia il sorgere del segno successivo.