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VENIRE RIPARTORITI NELLE COPERTE

La notte di Yule è il momento simbolico della rigenerazione.
Come il Nuovo Sole viene celebrato alla sua nascita nella notte più lunga dell'anno, anche noi possiamo celebrare la rinascita di noi stessi, il rinnovamento ciclico della nostra luce interiore, che rinasce dopo il lungo periodo di introspezione che fa capo a Samhain.

Un gioco non privo di risvolti divertenti, ma che incide nel profondo, è quello della rinascita simbolica, una performance che ci fa rivivere il parto. I partecipanti
debbono essere almeno tre, ma si può fare anche con un gruppo numeroso di amici e, se si intende andare nel profondo, anche all'interno di un Cerchio sacro.

Si stendono a terra delle coperte morbide con un bordo rivolto a Sud, e si lascia per ultima una grande trapunta.
Ognuno dei partecipanti attivi al gioco (nascituri) sarà provvisto di una candela bianca, personale opportunamente caricata, che depositerà a Sud del "letto da parto" costruito con le coperte, dove ci sarà un altare con una grande candela gialla accesa, la candela di Yule, che simboleggia il nuovo Sole.
Due persone, meglio se due donne, si metteranno ai lati delle coperte (Est e Ovest) e faranno da levatrici.

I partecipanti, a turno si sdraieranno accoccolati sul letto con la testa verso Sud. Le levatrici copriranno completamente il nascituro (testa compresa) con la grande trapunta ben tesa e ben chiusa e si siederanno sopra di essa, mantenendosi sempre a lato del "nascituro" e stringendolo un poco sotto di essa.

Si è formato così un grande utero, morbido e buio, nel quale il nascituro resterà un po' di tempo immaginandosi di essere in un grembo materno (della mamma, del Femminile, della Dea...). Dopo un periodo adeguato di meditazione (non più di qualche minuto, anche meno se si è in molti), comincerà a muoversi leggermente segnalando di essere pronto a nascere e le levatrici inizieranno ad accarezzare simultaneamente la trapunta da Nord verso Sud (dai piedi verso la testa), con un'onda di carezze che simula l'onda delle contrazioni uterine. Nel frattempo baderanno a pesare sulla coperta, rendendo al nascituro i movimenti un po' faticosi ma lasciandogli un po' di spazio in cui procedere sopra la testa.

Il nascituro cerca di striciare fuori spingendo la testa verso l'orlo della coperta e contorcendosi, mentre le levatrici lo accompagnano con le mani ma lo contrastano leggermente con il peso e con la tensione della trapunta.
Naturalmente ci deve essere un accordo, stabilito precedentemente, per cui se il nascituro patisce troppo di costrizione o si sente claustrofobico possa dare uno stop e il gioco venga immediatamente interrotto!
Ma, se il nascituro sta bene, quanto più deve combattere per uscire tanto più sarà significativo per lui il "parto". Se le contrazioni vanno per le lunghe le carezze delle levatrici diventano spinte di aiuto. Alla fine il nascituro esce con la testa dalle trapunte e le levatrici lo assecondano aiutandolo a uscire completamente e facendolo sedere davanti alla candela di Yule.

Al momento della nascita i presenti esultano.
Il neonato osserva per qualche istante la candela gialla accesa e, quando si è ripreso dall'emozione (che di solito è forte) prende la sua candela personale e, accendendola alla candela gialla, pronuncia "E' tornata la mia luce, la luce che rinasce dal buio!!!" e dentro di sé esprime desideri e propositi per l'anno a venire.
 
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A questo punto tutti i presenti lo accolgono con abbracci e carezze e, quando tutti sono rinati, la festa finisce con un bel brindisi a tutti i neonati (ed eventuale banchetto a seguire).


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APPENDERE IL RAMO DEI DESIDERI

Un altro modo per celebrare Farlas è quello del ramo dei desideri, un rituale della tradizione celtica bretone.
Nove giorni prima del Solstizio occorre procurarsi un ramo secco di buone dimensioni, meglio se di quercia o frassino, come il ceppo di Yule, ma andrà bene anche un altro ramo.

Poi si può pitturarlo con vernice dorata e appenderlo dentro casa, vicino all'ingresso, tenendo lì vicino una penna e alcune strisce di carta rossa.

Chiunque entri in casa potrà scrivere un proprio desiderio su una striscia di carta, che verrà ripiegata per garantirne la segretezza e legata al ramo con un nastrino rosso o dorato.

Quando nove giorni dopo si accende il Fuoco del Solstizio il ramo viene sistemato sulla legna da ardere e i desideri che sono appesi ad esso bruciando saliranno col fumo sempre più in alto, affinché vengano accolti dalle forze dell’Universo.



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PREPARARE IL CLASSICO CEPPO DI YULE

A Yule le popolazioni nordiche nella notte più lunga dell'anno, accendevano vari fuochi nei campi, a significare incoraggiamento per il Sole nel suo momento di maggiore difficoltà. Un fuoco veniva acceso anche nelle case: secondo la tradizione, un ceppo doveva essere stato raccolto dai terreni appartenenti al padrone di casa, oppure portato come dono, ma non doveva essere mai acquistato.

Una volta portato dentro e sistemato nel camino, veniva decorato con fronde ed erbe, bagnato con cedro o birra e cosparso di farina, prima di essere acceso con un pezzo del ceppo dell'anno precedente conservato a questo scopo.

Il ceppo bruciava per tutta la notte, poi rimaneva sotto la cenere per 12 giorni dopo essere stato spento in una cerimonia rituale. La quercia o il frassino sono gli alberi tradizionali da cui si ricava il ceppo di Yule. Il frassino è l'albero sacro dei Teutoni, noto come Yggdrasil, che si credeva sorgesse al centro del mondo come suo sostegno, la quercia è sacra ai Druidi.

Ma anche da noi in Italia questa tradizione era presente: una volta (e ancora adesso in qualche famiglia toscana o emiliana), si accendeva un ceppo che rappresentava simbolicamente l'Albero della Vita, dicendo: "Si rallegri il ceppo, domani è il giorno del pane; ogni grazia di Dio entri in questa casa, le donne facciano figlioli, le capre capretti, le pecore agnelletti, abbondino il grano e la farina e si riempia la conca di vino".


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© 2010 Testo e ricerche di Maria Giusi Ricotti

Qualsiasi riproduzione, senza esplicito consenso dell'autrice, è vietata.



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