I desideri Dei desideri e delle ragioni per cui si realizzano o non si realizzano avevo parlato a lungo con i miei maestri, negli anni passati (v. I maestri invisibili. pp. 155 e sgg.). «In verità io vi dico: se avrete fede (anche solo un pochino) quanto un granellino di senape, potrete dire a questa montagna: spostati da qui a là, ed essa si sposterà, e niente vi sarà impossibile». Vangelo di Matteo 17, 20 . È una frase che Gesù ripete spesso, in tutti e quattro i Vangeli (Matteo, 21-21; Marco 11, 22-23; Luca 17, 5-6; e nel Vangelo di Giovanni vi insiste in tutto illungo discorso dell’ultima cena, dal capitolo 14 al capitolo 16). Non c’è dubbio che Gesù se ne intendesse: e se a suo dire il grado di coraggio necessario è pari a «un granello di senape», non dovrebbe essere difficile produrio. Le difficoltà - mi spiegarono i miei Spiriti - derivano principalmente da quella vera e propria atrofia del desiderio che si verifica nella stragrande maggioranza degli individui adulti. Per svariate ragioni, e soprattutto per l'educazione che ricevono da chi è già adulto e già atrofizzato in quel senso, i bambini smettono ben presto di desiderare davvero e riescono solo a imitare i desideri altrui. Il coraggio del desiderio cede allora il posto all’ansia del desiderio, che con gli anni diviene sempre più tormentosa e fa pensare all'assenza di desideri come a una liberazione. Da qui all'atrofia il passo è breve. Questo addestramento all'ansia è uno dei processi attraverso i quali si passa dal Quinto Cielo (che è proprio dei bambini, come i maestri spiegano qua e là in questo libro) ai Cieli Primo e Secondo, che sono invece caratteristici degli adulti. In questo libro, nel capitolo 22, è spiegata una tecnica per riconoscere e utilizzare un genere particolare di coraggio e di pìstis. Ma qui colgo l’occasione per illustrarne un’altra, preparatoria, diciamo: più semplice, ottima per scuotere l'animo adulto da quell'atrofia che dicevo. Non e mia, l’ho tratta con qualche rielaborazione, da un bel libro di Jack Canfield e Mark Victor Hansen, The Aladdin Factor (Berkeley Books, New York 1995). Richiede due quaderni, e qualche settimana di tempo per i primi risultati concreti. I 101 DESIDERI 1. Io voglio un'automobile di lusso verde scuro. 2. Io voglio una villa in Riviera a pochi passi dal mare. Eccetera. Per compilare l'elenco nel modo migliore tornano utili le seguenti raccomandazioni: • nello scrivere i desideri evitate accuratamente la parola «non»; • evitate desideri la cui realizzazione non sia verificabile (per es. «Io voglio essere molto buono» non va bene, perché non è chiaro né che cosa significhi quel «molto» ne cosa si intenda per «buono»; invece di lasciar così nel vago si può precisare scrivendo: «lo voglio salvare un popolo da una carestia» o altro del genere); • chiedete soltanto a nome vostro, e non per altri (per es., se un vostro conoscente ha un determinato problema, non scrivete «Io voglio che il mio amico X risolva quel suo proble ma», ma «Io voglio risolvere quel problema del mio amico X» e naturalmente precisale quale problema). È buona norma evitare desideri che ci appaiano nocivi per altre persone, perché la nostra coscienza potrebbe aversene a male, nel profondo, e punirci poi dolorosamente. Ed è meglio evitare desideri di carattere sentimentale riguardanti persone che non conoscete bene (attori e attrici, indossatrici, ecc.), appunto perché non li conoscete bene e potrà darsi che non vi piacciano affatto, quando quei vostri desideri si realizzeranno. I desideri devono essere, ripeto, 101: un bei numero orientale, che raffigura simbolicamente un intero grande (100) ma aperto, grazie a quell'1 in più, verso ulteriori sviluppi, e che vi obbligherà inevitabilmente a ridestare, stimolare e irrobustire le vostre facoltà di desiderio atrofizzate. Una volta completato l'elenco dei 101 desideri, ricontrollatelo attentamente, correggetelo dove occorre, ricopiatelo in bella sull'altro quaderno (non più di quattro desideri per pagina), e poi rileggetelo una volta ai giorno: sottovoce e in un luogo appartato, suggerirei, perché se qualcuno vi udisse casualmente potrebbe pensare di voi cose poco lusinghiere, E aspettate. Pian piano i desideri cominceranno a realizzarsi. Di solito, nei primi mesi successivi alla ricopiatura in bella, si realizza il 30 per cento dei desideri così elencati: gli altri rimangono preclusi, a causa di resistenze inconsapevoli, di sensazioni di inadeguatezza (non me lo merito, non valgo abbastanza, ecc.) e di altre aggrovigliate e deprimenti paure e blocchi affettivi di vario genere, che inconsapevolmente ci spingono a fuggire da quelle occasioni che la nostra percezione più estesa aveva colto nell’avvenire, quando compilavamo l’elenco. Dopo un anno, in ogni caso, distruggete e bruciate entrambi i quaderni e non pensateci più. In molti casi, la piccola cerimonia di questa distruzione (che si rivela sempre più difficile del previsto) ha di per sé l’effetto di smuovere le «montagne» di almeno alcuni dei blocchi e delle paure più segreti e tenaci. Sia Canfield e Hansen, sia i miei maestri escludono che questa tecnica abbia qualche controindicazione. Quanto agli eventuali e ovvi problemi morali che può suscitare, è bene sapere fin dall’inizio che spesso, dietro al timore di essere egoisti si cela in realtà una difficoltà o incapacità di ricevere; e chi non sa ricevere non sa nemmeno dare. I desideri e l'io piU' grande Certamente. questo modo di intendere il desiderio è lontano da ciò che insegna la religione cristiana. Ma davvero lo si ritrova nei Vangeli: nel meraviglioso discorso di Gesù ai discepoli durante l’ultima cena, così come lo riferisce l'evangelista Giovanni. Nelle conversazioni con i miei maestri questo discorso viene citato spesso: per comodità dei lettori ne riporto qui qualche brano. Non aggiungo quasi nessun commento mio: lo stile è semplice, e senza alcuna difficoltà i lettori potranno trarne spunti di riflessione non soltanto riguardo al desiderare e al chiedere, ma anche riguardo all'«Io» più grande (al nostro “Corpo maggiore” come lo chiamano gli Spiriti-guida) e a molti argomenti toccati nelle nostre conversazioni. Dal Vangelo di Giovanni, capitolo 14, 15, 16: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio, e anche nell'io abbiate fede. Nella casa di mio Padre ci sono molte dimore: se così non fosse. l'io ve l’avrebbe detto. E l’io va a prepararvi il posto: quando ci sarà andato e vi avrà preparato un posto, tornerà e vi porterà là con sé, perché siate anche voi dove è l'io. E del luogo dove conduce l'io, voi conoscete la via.»
Tratto da "IL FRUTTO PROIBITO DELLA CONOSCENZA - Il diavolo e l'esplorazione dell'aldilà", di Igor Sibaldi, edito dalla Frassinelli |
I 101 DESIDERI