Fisiologia al femminile di Micaela Balice |
Il passaggio alla menopausa (climaterio)
nonostante in passato abbia avuto un grande significato rituale, oggi è
vissuto spesso solo come un fastidioso tormentone ormonale che deve essere
ridotto al silenzio da qualche farmaco per rendere la donna libera da quei
noiosi malesseri.
Se tutte le donne conoscessero il reale e ancestrale significato della menopausa
non si lascerebbero irretire così facilmente dalle pastiglie colorate
e forse la vivrebbero con minore disagio.
Il potere del femminile che si è espresso con ciclica irruenza dalla
pubertà fino alla fine dell’età fertile, ora passa ad
una nuova fase.
La donna non è più soggetta alla luna e diventa “l’anziana”
colei che per esperienza sa trovare la costanza nella mutevolezza.
Le mestruazioni, come abbiamo visto, erano la
possibilità di entrare in contatto con l’interiorità,
di purificarsi e di essere un ponte tra il mondo fisico e quello sottile.
Questa esperienza mensile era però soggetta a mutamento, pertanto
la donna era costretta a modificare il suo assetto energetico di continuo
trovandosi a fasi alterne nell’energia del “dare” o
nell’energia del “concentrarsi in sé”, e a fasi
alterne a essere pienamente nel mondo fisico o a “fare da ponte”
con l’interiorità misteriosa. Tale lunaticità è servita al potere generativo per creare nuovi esseri viventi perché donna nella sua fase feconda ha donato la vita. Nella menopausa lentamente questa ciclicità si esaurisce. "Essa non percepisce più la vita in modo ciclico ma è in equilibrio tra il mondo interiore e quello esteriore. Da questa posizione privilegiata di contatto costante con i due mondi, la donna che ha superato la menopausa è in potenza, proprio per sua natura, sacerdotessa, sciamana, guaritrice e veggente. Ella ha costante accesso alla dimensione di vita del mondo interiore che è accessibile alle donne mestruali solo una volta al mese. La consapevolezza e l’ispirazione che si può trovare nelle donne anziane era assolutamente riconosciuta in passato e tali donne erano riverite come consigliere e come guide e la loro funzione era quella di mantenere costante il legame tra la comunità e il mondo spirituale.” (M. Gray, “Luna Rossa”) |
La menopausa ha inizio con una crescente
irregolarità del ciclo. Sicuramente più la donna è consapevole
della sua femminilità più è in grado di accogliere questo
momento e i suoi sintomi con naturalezza.
I cicli irregolari indicano che la propria fertilità si sta esaurendo.
È significativo a questo proposito che, mentre nell’uomo lo sperma
viene prodotto ogni volta che ce n’è bisogno, il numero di ovuli
che la donna possiede nelle sue ovaie è determinato sin dal principio.
Ogni mese, dalla pubertà in avanti, un ovulo si stacca e compie il
suo ciclo. Terminati gli ovuli la donna è libera dal suo karma riproduttivo.
L’aspetto indicativo è che ogni donna, sin dalla nascita, ha
un numero di possibilità riproduttive già stabilito a priori,
ed è a priori la sua capacità riproduttiva contrariamente a
quella maschile che non ha una fine determinata.
Dunque, essa esce dalla ruota delle nascite. Può stare tranquilla,
vivere senza più quella ciclicità obbligatoria che sebbene l’abbia
arricchita molto l’ha anche molto condizionata.
“Come avveniva nell’infanzia,
la donna che ha superato la menopausa, focalizza tutte le sue energie
in una direzione; ma invece di volgerle verso l’esterno come succedeva
quando era bambina, le dirige ora verso l’interno. Mentre le energie
della bambina sono lineari e quelle della donna mestruale sono cicliche,
quelle della donna che ha superato la menopausa possono essere considerate
un punto fisso o una sorgente. La fase mestruale della vita consiste in una serie di discese nel mondo interiore durante il periodo delle mestruazioni che hanno lo scopo di rinnovare e portare nel mondo esterno le energie creative. La donna in menopausa, che ha dei cicli irregolari, discende nella sua oscurità interiore ma a volte non ritorna rinnovata alla sua fase giovanile passando attraverso le mestruazioni e, dopo qualche tempo, non vive più questa trasformazione e si riposa nel mondo interiore.” (M. Gray, “Luna Rossa”) |
Anche nelle leggende e nelle favole,
la vecchia strega o regina che sia, vive in qualche modo ritirata e sicuramente
ha poteri magici maggiori di quanto non ne abbiano le giovani spesso vulnerabili
al male.
La donna dopo la menopausa entra nella sterilità. Questo aspetto non
appartiene all’uomo: l’uomo è potenzialmente fertile fino
alla morte, la donna no. Ad un certo punto si ritira. Ha già dato e
la sua sterilità significa che è altro: non è più
bambina, non è feconda come una fanciulla, non è più
potenzialmente madre, lo è già stata. E’ sterile, è
la donna anziana. Oramai risiede nel mondo interiore percependo il mondo esterno
da questa prospettiva.
La donna anziana è l’insegnante; tramanda con l’esperienza
che la contraddistingue, dentro il clan delle donne, le sue conoscenze utili:
dall’esperienza nel prendersi cura degli altri, alla consapevolezza
femminile con i suoi misteri. Segue le fanciulle entrate in pubertà,
le madri in gravidanza, la cura dei piccoli. E’ anche la Guaritrice:
chi più di lei ha maturato sufficiente esperienza della Vita per comprendere
le manifestazion i del dolore, della malattia. Chi più di lei ha già
curato i propri cari, sperimentando (come accadeva fino a pochi anni fa) le
erbe dell’orto per la febbre o il raffreddore, gli impacchi per le contusioni
e via dicendo.
L’anziana sa, conosce, pertanto prepara le altre ad affrontare le fasi
della vita che devono ancora superare. Rappresenta “il ciclo nella sua
interezza”, perché oramai è fuori dal ciclo.
Non ha più uscita di sangue, per cui rappresenta il sangue stesso,
la fertilità sterile o la sterilità feconda.
“La donna che ha superato la menopausa
ha la possibilità di offrire la conoscenza e l’esperienza
del mondo interiore, sorgente creativa divina da cui tutto deriva. Possiede
anche la capacità di amare e accudire gli altri, non nel modo di
nutrice, ma come iniziatrice della coscienza spirituale. Anche nella società
moderna, molto più materialista, questa coscienza del mondo sottile
è riscontrabile nel gran numero di donne anziane che si ritrovano
per pregare o che creano congregazioni religiose e spirituali. Per la
donna anziana tutte le donne mestruali sono come delle figlie e tutte
le donne che, come lei, hanno passato la menopausa sono sue sorelle.”
(M. Gray, “Luna Rossa”) Il passaggio alla menopausa sottolinea, dunque, un grande cambiamento nella percezione della vita: la percezione ciclica dell’esistenza si trasforma ed è il mondo interiore a predominare. Ciò comporta l’accettazione del passato ed il superamento del dolore dell’accettazione che tale passato è oramai morto e non tornerà. Questa maturazione è di fondamentale importanza: se prima la donna era portatrice del mistero della vita, ora ella è la guida al passaggio della morte. Torna il parto interiore, come trasmutazione continua. |
L’accettazione del passato e della
sua intrinseca morte (ciò che è stato è per natura morto:
rimane vivo solo il ricordo) comporta la capacità di staccarsi dagli
eventi, dalla materialità, la capacità di avere lo sguardo dell’aquila
dall’ampia prospettiva. È la capacità di lasciare andare
le cose per poter essere leggeri e concedere spazio ad altro, al rinnovamento,
alla vita futura che, nella tarda età, diventa la trasformazione ultima
della morte.
Anche qui le considerazioni su come l’odierna cultura occidentale neghi
e rimuova la morte come fatto ineluttabile sono molte e ci si dilungherebbe
alquanto. In realtà è innegabile che abbiamo due sole certezze
nella nostra esistenza: che nasciamo e che moriamo. Spesso impieghiamo molte
energie a tentare di dimenticare quest’ultimo aspetto, peraltro inevitabile,
ma pochissime energie sul come ha senso morire. Ci troviamo impreparati di
fronte alla nostra seconda nascita, alla porta verso il mistero che siamo
costretti, oltre ogni razza e religione, a dover varcare prima o poi.
La donna sterile, così come l’uomo
nella sua andropausa, dovrebbero invece essere i portatori di tale esperienza.
Concentrati, man mano che trascorre il tempo, sempre più verso
una dimensione interiore, potrebbero e dovrebbero trasmettere la loro
esperienza ai giovani per insegnare non solo come vivere ma anche come
morire. Questa è la saggezza della Terza età, la grande ricchezza oggi rinchiusa in una Casa di Riposo. “Il modo in cui la donna vede il futuro senza il ciclo dipende da come ha trascorso la sua vita mestruale Per molte donne la fine del ciclo rappresenta la fine della fase orientata verso i bisogni degli altri e l’inizio dì un periodo in cui vivere più per se stesse. Il rito di passaggio della Menopausa permette alla donna di accettare il suo passato e il dolore per la sua perdita e di focalizzarsi sulla nuova percezione della vita. Le permette anche di sentire la fine di una parte della sua vita e l’inizio di una nuova.” (M. Gray, “Luna Rossa”) |
Con la menopausa finisce il ciclo fisiologico
del femminile.
Abbiamo visto che la natura della donna è estremamente complessa, sia
dal punto di vista fisico, sia di conseguenza da quelli energetico, psicologico,
spirituale.
Tali complessità non sono sindromi o disfunzioni ma la ricchezza del
femminile, il suo potere vitale.
Una grande differenza intercorre tra la donna e la sua controparte maschile.
Non stupisce che l’uomo abbia notevoli difficoltà a comprendere
la mutevolezza della sua compagna in quanto è spesso già la
donna stessa a non riuscire a sviluppare la necessaria consapevolezza.
Un sistema sociale che tratti uomo e donna come eguali è sostanzialmente
errato: niente è eguale e, se l’unità di misura diventa
il maschile, inevitabilmente i dolori del mestruo, le trasformazioni della
gravidanza e, infine, i disagi della menopausa sono leggibili solo come aspetti
di “malattia”, di scorretto funzionamento.
La speranza sta nella presa di coscienza (infine reciproca) della propria
essenza fisiologica, espressione a livello materiale di un’altra essenza
che appartiene alla grande danza della vita, dei due opposti che si uniscono
e si rilasciano in un ritmico amorevole pulsare.
©
2007 Testo di Micaela Balice, www.strie.it
Qualsiasi riproduzione, senza esplicito consenso dell'autrice, è vietata.
Pubblicato
su www.ilcalderonemagico.it il 13 giugno 2007
L'AUTRICE Micaela Balice,
dottoressa in pedagogia, naturopata, specializzata in Fiori di Bach
ed Erboristeria Popolare. |
Bibliografia
M. BALICE, Simbologia lunare e tradizione popolare, in “L’Ombra
– tracce e percorsi a partire da Jung”, V, 7/8, 1999
M. BALICE, Il calendario rituale contadino: il ciclo della vita nel Casalese
(Tesi di laurea, A. A. 1993/1994, Corso di Laurea in Pedagogia, Università
degli Studi di Torino) – visionabile c/o Biblioteca Municipale Casale
Monferrato - Al
M. BILIMOFF, Enquête sul les plentes magiques, Editions Ouest-France,
2003
J. BONNET, La terra delle donne e le sue magie, Red Edizioni, Como, 1991
R. EISLER, Il calice e la spada, Pratiche Editrice, Parma, 1996
J. G. FRAZER, Il Ramo d’oro, Grandi Tascabili Economici Newton, 1992
M. GIMBUTAS, The Language of the Goddess, Thames & Hudson, 1989
M. GRAY, Luna rossa, Macro Edizioni, 2000
E. NEUMANN, La Grande Madre, Astrolabio, Roma, 1981
V. NOBLE, Il risveglio della dea, Corbaccio, Milano, 1996
J. PAUNGGER, T. POPPE, Servirsi della luna, Tea Pratica, Milano, 1994
R. SICUTERI, Lilith, la luna nera, Astrolabio, Roma, 1980
IMMAGINI DI RENÈ MAGRITTE
The Great War, 1964
Magie Noire, 1945
Les Eaux profondes, 1941
La Grande Famille, 1963
Au Ciel
tratte
da:
Magritte – I classici dell’Arte, Rizzoli Skira
http://justhurd.net/weblog/?itemid=136#works
http://www.oceansbridge.com/art/customer/home.php
http://www.qfx.com/gallery.html
http://www.bloggers.it/Peterpan/index.cfm?blogaction=archive&file=blog_4_2006.xml
http://www.ks-wiedikon.ch/fachk/it/cineclub/fate.html