Il più bel simbolo della
femminilità è il fiore…
Rose, gigli, margherite, viole, camelie… la lista può proseguire
all’infinito: quasi ogni fiore è associato a un tipo di
femminilità, quasi ogni nome di fiore è stato adottato
come nome proprio di donna.
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In mitologia
molti fiori sono associati alle dee. Le dee avaloniane hanno
sempre come simbolo una rosa, il fiordaliso appartiene a Iside,
la viola ad Afrodite e la verbena a Venere, la rosa canina a
Epona… e
si potrebbe continuare all’infinito.
"In epoca romana si praticava
una “magia attribuita ai fiori degli Dei che venivano
offerti a persone particolari e con riti pure speciali. I «fiori
degli dei» avevano una magia tipica poiché la mitologia
ritiene che essi nascessero dal sangue degli déi caduto
sulla terra. Questi fiori sono sette e precisamente la rosa
rossa, l’anemone nato dal sangue di Adone. la viola germogliata
dalle tre gocce di sangue di Afrodite cadute dal cielo, il giacinto
generato dal figlio di Diomede, il giglio simbolo di purezza
e generato da Diana, il narciso nato dal giovane che disdegnò
l'amore d'Eco e venne punito da Afrodite, il garofano rosa che
sarebbe spuntato sulla terra per volontà della dea Matuta
protettrice delle nascite. In seguito, quando il Cristianesimo
prese il sopravvento sulle credenze pagane. il garofano rosa
simboleggiò le lacrime della Madonna e da qui derive
la sua qualità di consolatore delle madri.
I «fiori degli dei» venivano un tempo portati in
processione e poi bruciati sul fuoco di Vesta quando diventavano
secchi. II cerimoniale persistette, seppure con forme diverse,
anche nel Medioevo.” (1) |
L’arte di ogni tempo ha preso ispirazione
da ogni tipo di fioritura. E non v’è cosa più bella
e suggestiva di un disegno, un quadro o una pittura che rappresentino
una figura femminile ritratta fra i fiori. Spesso in pittura le donne
ritratte sono associate a un fiore oppure a un frutto, che hanno un
chiaro significato simbolico.
(Per il significato dei fiori rimandiamo al sito www.giardinaggio.it
che presenta una ricca e ben classificata collezione di schede sui fiori,
con interessanti dettagli e notizie, anche riferiti alle tradizioni
antiche. Sulla simbologia delle rose, in questo sito, leggi anche Maggio
delle Rose, simboli e mito).
FLORA,
il risveglio della vita
Oggi son detta Flora, ma ero una volta Clori; nella
pronuncia latina fu alterata la forma greca del mio
nome.
E, Clori, ero una Ninfa delle Isole Fortunate, ove tu
sai che felicemente visse gente fortunata.
È difficile alla mia modestia dire quanta fosse
la mia bellezza; essa donò a mia madre per genero
un Dio.
Si era di primavera, e io me ne andava errando; mi vide
Zèfiro, e io mi allontanai; prese a inseguirmi,
e io a fuggire.
Ma fu più forte di me.
Borea, come aveva osato prendersi una donna nella casa
di Eretteo, aveva dato al fratello ogni diritto di rapina.
Ma Zefiro fece ammenda della violenza dandomi il nome
di sposa; non v'è alcun motivo di lamento nel
mio letto coniugale.
Io godo di eterna primavera; l'anno è sempre
fulgido di luce, gli alberi son ricchi di fronde la
terra rivestita di verzura.
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Ovidio
(3)
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Flora è la dea romana delle fioriture. Presiedeva al
risveglio primaverile e, in senso più ampio, a tutto
ciò che deve sbocciare, quae rebus florescendis
praest: la gioventù, i sensi amorosi, le belle
speranze. Aveva un carattere gioioso e ridente con un’inclinazione
per la sensualità e il piacere.
Sicuramente era originata da una divinità campestre
venerata dalle antiche popolazioni italiche (probabilmente
sabine) prima della conquista romana anche se la versione
di Ovidio la collega con la ninfa greca Chloris, prima rapita
e poi sposata da Zefiro, che le attribuì la divinità
e il governo dei Fiori.
(Perché nei miti classici gli Dei devono sempre
rapire le donne per averle? In queste violenze si legge sempre
la tendenza patriarcale ellenica e post-ellenica che cerca
di limitare l'energia femminile creativa e indipendente della
Grande Dea pre-ellenica).
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Lo scrittore latino Marco Marrone, affermava che la dea Flora fosse
stata introdotta a Roma dal re Tito Tazio che le aveva fatto costruire
un sacello in Campidoglio.
Flora per i romani era la personificazione delle forze nuove della natura
e veniva spesso chiamata affettivamente Flora Mater.
Come divinità materna aveva un ruolo di protezione che ci viene
raccontato, seppure in forma di scherno, da Sant’Agostino nel
descrivere l’affollamento delle divinità romane preposte
alla protezione del grano: “Misero dunque Proserpina a sorvegliare
i frumenti in germoglio, il dio Noduto le giunture e nodi degli steli,
la dea Volutina l'involucro dei gusci, la dea Patelana i gusci che si
aprono per far uscire la spiga, la dea Ostilina le messi quando si adeguano
alle spighe nuove, giacché invece di "adeguare" gli
antichi hanno usato la parola "ostire", la dea Flora i frumenti
quando sono in fiore, il dio Latturno quando sono lattescenti, la dea
Matuta quando maturano, la dea Roncina quando sono tagliati con la ronca
cioè sono mietuti”. (2)
Flora è dunque la protettrice di ciò che è “in
fiore”, che è aperto e attende di dare frutto, che ha molto
da produrre davanti a sé e... il cui futuro va tutelato.
Con Giunone Lucina, infatti,
era considerata protettrice delle partorienti: la leggenda narra che
Giunone (Hera) gelosa di Giove (Zeus) che aveva concepito da solo la
figlia Minerva (Atena) avesse chiesto a Chlori (Flora) di aiutarla a
concepire anch’ella un figlio senza essere fecondata dal suo sposo.
Ovidio fa raccontare l’episodio dalla voce di Flora stessa:
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"Persino
Marte, se lo ignori, fu generato per opera mia:
ma prego che Giove non lo sappia, come non lo seppe finora.
La sacra Giunone, essendo nata Minerva priva di madre,
si dolse che Giove non avesse avuto bisogno di lei.
E andava per lamentarsi con Oceano dell'azione dello sposo;
affaticata dal cammino si fermò presso la nostra soglia.
Appena la vidi, dissi: “O Saturnia, che cosa ti ha spinto
fin qui?"
Ella mi espone verso qual luogo si dirige,
e aggiunge il motivo. Io cercavo di consolarla con parole amiche.
"Il mio affanno", dice, "non si può consolare
con parole.
Se Giove è diventato padre senza congiungersi con la
sposa,
e da solo si è appropriato del nome dell'uno e dell'altra,
perché io devo disperare di essere madre senza marito,
e di partorire restando casta, senza virile contatto?
Proverò tutte le misure esistenti sulla vasta terra,
a costo di esplorare fin i mari e gli abissi del Tartaro."
Ero sul punto di parlare; ma avevo il volto di chi esita.
Mi disse: "Non so cosa, o ninfa, ma mi sembra che tu possa
qualcosa".
Tre volte volli prometterle aiuto, ma tre volte la lingua s'arrestò:
l'ira di Giove era la grande ragione del mio timore.
Disse: "Aiutami, ti prego: il soccorritore rimarrà
segreto,
e mi sarà testimone il dio della palude stigia".
"Ciò che chiedi", risposi, "lo darà
un fiore che mi giunge
dai campi olenii; esso è unico nei miei giardini;
chi me lo ha dato disse: "Se tocchi con esso una giovenca
sterile,
diverrà madre": la toccai e senza indugio diventò
madre."
Subito con il pollice colsi il fiore ben radicato; con esso
tocco Giunone, ed ella nel grembo toccato concepisce."
Ovidio
(3) |
Flora è stata raffigurata tutte le epoche come una donna giovane
con una corona di fiori che le adornava la testa, avvolta in una lunga
tunica ed un mantello pieno di fiori che dispensava tutto intorno:
“Cloride bella che per l'aria vola, dietro all'Aurora, all'apparir
del sole, e dal raccolto lembo de la stola, gigli spargendo va, rose
e viole.” (4)
I FLOREALIA
Flora fu sempre estremamente popolare:
i romani le tributarono molti onori tra cui un tempio sul
Palatino e degli specifici ludi, i Florealia, ovvero
le feste che decorrevano dal 28 di aprile al 3 di maggio e
la cui prima celebrazione risale al 238 a.C., come responso
della consultazione dei Libri Sibillini a causa di una carestia.
I Florealia venivano celebrati con cerimonie sfrenate e orgiastiche
di tema pastorale. Durante questa festa era ammessa una maggior
lascivia, con profusione di scherzi e grandi bevute. Nei primi
cinque giorni si eseguivano i ludi scaenici (rappresentazioni
teatrali) e nell'ultimo giochi del Circo. Le donne erano vestite
con colori sgargianti, mentre gli uomini decoravano il capo
di ghirlande di fiori. Le attrici delle rappresentazioni di
mimo di spogliavano dietro richiesta degli spettatori. Dopo
le rappresentazioni teatrali, le celebrazioni si trasferivano
al Circo Massimo: qui si dava la caccia ad animali domestici
come capre e lepri; secondo Ovidio per analogia con i campi
coltivati protetti da Flora, ma Varrone sottolinea come gli
animali cacciati in questa occasione fossero erbivori.
Infine alcuni semi venivano sparsi in offerta propiziatoria.
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Il carattere licenzioso dei Floralia,
con l'esibizione delle prostitute che si denudano a teatro fra gli
schiamazzi del pubblico, indicherebbe nella mentalità politeista
romana-italica un legame metafisico tra la sessualità umana
e la fertilità vegetale, per cui stimolando l'una attraverso
il rituale sacro, si stimolerebbe anche l'altra.
Flora fu dunque molto importante a Roma: secondo Plutarco sembra perfino
che il nome segreto di Roma fosse proprio il nome della dea. L’ipotesi
è avvalorata dalla tesi secondo la quale Firenze, città
fondata dai romani nel 59 a.C. portasse il nome di Florentia, che
significa “città sotto la protezione di Flora”
laddove “sotto la protezione di Flora” sta per “sotto
la protezione di Roma”.
FLORA: la primavera di BOTTICELLI
Tra tutti (e per tutti) i quadri stupefacenti che gli uomini hanno
dipinto su Flora, ricordiamo la Primavera di Sandro Botticelli, richiamando
in particolare l’attenzione sul mito della dea, descritto nella
parte destra del dipinto (che, secondo l'interpretazione classica
va letto da destra verso sinistra): la figura sull’estrema destra
è Zefiro, vento primaverile, che insegue la sfuggente ninfa
Clori (Chloris, Cloride), della quale è innamorato. Clori fecondata
dalla stesso Zefiro si trasforma in Flora, dea della Primavera e dei
fiori, che dà il nome al quadro. L’unione di Zefiro e
Clori e la trasformazione di quest’ultima in Flora denotano
la Primavera come simbolo delle capacità generative della natura.
Il dipinto poi prosegue con, al centro, una figura che, dai tempi
del Vasari, viene interpretata come Venere sovrastata da Cupido; segue
il gruppo delle Tre Grazie - "E subito giungono le Càriti,
e intrecciano ghirlande e serti destinati a cingere le loro celesti
chiome." (3) e infine, sulla sinistra, una enigmatica raffigurazione
del dio Mercurio, che appare astratto e separato dal resto dei personaggi,
nonché posto in posizione asimmetrica rispetto l'impianto del
resto del quadro.
Si è sempre detto che Flora rappresenta la poderosa spinta
della verde Natura che, fecondata da Zefiro, spinge ed urge dalla
coltre addormentata della terra, dai rami spogli dopo il gelo invernale,
per affermare il trionfo della vitalità, rappresentando l'energia
della Primavera. È però generalmente ammesso dagli esperti
d'arte che il significato della Primavera di Botticelli conserva alcuni
aspetti non chiari nelle relazioni fra i personaggi e i loro atteggiamenti.
Infatti le interpretazioni sono disparate e complesse: ad esempio
per l'inglese Charles Dempsey il quadro raffigurerebbe la Primavera,
nei tre mesi che la compongono: Zefiro-Clori-Flora simbolerebbero
marzo, mese dei venti; Venere, Cupido e le Grazie alluderebbero ad
aprile, mese dell'amore; Mercurio richiamerebbe maggio in quanto il
nome di questo mese deriva da quello di Maia, madre del dio.
Franco Baldini, invece, in un interessantissimo e articolato saggio,
collegando il quadro ai brani dei Fasti di Ovidio sopra riportati,
espone una tesi più insolita. Baldini suggerisce una diversa
identificazione della figura centrale, che è da sempre indicata
come Venere: “Faccio notare che la figura femminile centrale
è palesemente incinta: se è vero che le donne di Botticelli
hanno tutte il ventre un po' arrotondato, questa lo ha in modo assai
più marcato delle altre, cosa fortemente sottolineata dal panneggio
della tunica e del manto.” […] “che cosa impedisce
di riconoscere - nella donna al centro della composizione, che è
in evidente stato di gravidanza - la dea Giunone, resa incinta di
Marte ad opera di Flora? […] Secondo me la dama in questione
è Giunone, non Venere. Infatti Iuno era sempre rappresentata
con un aspetto dignitoso e calmo, proprio come la nostra dama.”
Ed ancora: “[…] il quadro è diviso in due parti
giustapposte il cui senso si equivale, cioè l'una spiega l'altra,
come in una specie di equazione […]”.
Parlando poi della figura di Mercurio a sinistra del quadro Baldini
fa notare che “indossa l'elmo di Ade [che conferisce
l’invisibilità], dunque è invisibile. L'inventio
è semplicemente deliziosa e dimostra, se ce ne fosse bisogno,
il genio di Botticelli. L'artista, con questo sottile artificio stilistico
ci dice che ci sta facendo vedere qualcosa che ordinariamente non
si vede, che ci sta mostrando l'invisibile. Così questa
aggiunta, se per un verso turba la simmetria del dipinto, per quest'altro
non la turba affatto perché Mercurio c'è, ma come qualcosa
che non si dovrebbe vedere. Che cos'è questa cosa?
Cerchiamo di capirlo. Mercurio, i cui piedi sono ben piantati a terra,
tende il caduceo verso il cielo, e con l'estremità perfora
un nembo. La sua tunica rossa - color del fuoco - è poi decorata
da fiammelle che salgono e scendono. Non serve di più per comprenderne
il significato: Mercurio il messaggero, instancabile tramite tra terra
e cielo, è una bellissima allegoria del fuoco celeste o spiritus
mundi (da non confondere con l'anima mundi ), detto anche mercurio
celeste o spirituale, che nella filosofia della natura vigente ai
tempi era supposto circolare incessantemente tra terra e cielo secondo
il ritmo delle stagioni. […] Questo fuoco o spirito celeste
era considerato l'agente invisibile di ogni dinamica ciclica nella
natura sublunare, ed è perciò che Mercurio porta l'elmo
di Ade. La sua figura tesa tra terra e cielo costituisce un tratto
verticale: simbolo ben noto dello spirito.
Comprendiamo quindi il senso dell'asimmetria del dipinto: esso è
platonicamente diviso in due parti, una che rappresenta il mondo visibile,
quello delle manifestazioni e, tutt'al più, delle cause apparenti,
l'altra il mondo invisibile, quello delle cause reali.”
Ecco che assecondando questa lettura del quadro la Primavera si pone
come rappresentazione della ciclicità universale della della
Vita, sostenuta dalle forze visibili e invisibili, laddove Flora (la
Primavera) è la forza visibile che promuove la manifestazione.
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FIORIRE
"Se osserviamo con attenzione un qualunque fiore
non possiamo esimerci dal rimanerne abbagliate.
Vi è qualcosa di unico in quell'insieme strano
di cangianti petali e profumate armonie.
Forse vi scorgiamo tutto quello che anche noi,
nel profondo di noi stesse possiamo essere:
aperte alla vita, al mondo, alla bellezza e al Sacro.
Quando un fiore si esprime in tutta la sua mirabolante
esplosione di "essenza" sappiamo che anche a noi
è concessa la stessa splendida possibilità.
Anche noi possiamo fiorire e rifiorire
ad ogni Primavera, ad ogni giro di Ruota." (Luce) |
Ad ogni primavera abbiamo l'opportunità di vedere
e toccare la Dea Flora intorno a noi.
Capita di vedere Flora quando
fa ancora freddo e piove e tutto e grigio e il primo mandorlo
precoce, infischiandosene del paesaggio, comincia ad apriire
le gemme dure e ci regala la prima nuvola di bianco sui rami.
Capita più avanti con le margherite gialle sul bordo
dei campi. Capita il giorno della gita di pasquetta di trovare
la radura scelta per il picnic costellata di ciclamini. Capita
nel giardino, dove l'erba è ancora indietro... e la terra
mostra ancora la sua pelle, ma nell'angolo in fondo le calle
hanno aperto i boccioli, e sopra di loro il cercis siliquastrum,
l'albero Giuda è tutto rosa.
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Tra poco le
fioriture esploderanno e, se ci si ferma a guardare e ad ascoltare,
si vede bene che tra loro è tutto un ronzare e un brulicare
di insetti, bruchi, cavallette, lumachine, lucertole e... finalmente
le farfalle!!!
E se si guarda e si ascolta con ancora più attenzione
sarà facilissimo percepire il fermento e il desiderio
degli accoppiamenti. Gli insetti impollinano i fiori, si incontrano
fra loro, si congiungono... talvolta lo fanno volando (fare
l'amore volando! Ci può essere qualcosa di più
invidiabile???).
La colonna sonora delle scene di passione che si svolgono fra
l'erba tenera è data dal canto degli uccellini, dallo
stridio delle prime rondini all'imbrunire.
La terra tutta è pervasa da una frenesia di vitalità.
I fiori alternano i loro colori accesi e... Flora sorride.
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Flora
non è una dea casta... la sua attitudine all'amore è
fatta di scambio, di dare e ricevere, di apertura e disponibilità.
Flora vive in relazione con l'altro e con il mondo. È
attraente, aperta, colorata, sensuale e ricettiva.
I suoi fiori sfidano gli scherzi del tempo e, se è vero
che si aprono con i primi raggi caldi del Sole (o della Luna)
quando il momento è quello giusto, rimangono aperti anche
al sopraggiungere di pioggia, vento e grandine.
Come i fiori, le donne possono vivere Flora, accettando
di fiorire con la Natura, di aprirsi al momento giusto e di
vivere il rischio della vita. Ma come si può
- materialmente - far nostro il processo del fiorire?
Attraverso ogni attività quotidiana, ogni pensiero, ogni
lettura, ogni meditazione, ogni ballo al chiaro di Luna così
come in ogni poesia che ci concediamo di scrivere, in ogni nuovo
accordo che mettiamo nero su bianco, in ogni pennellata di colore
che ridona gioia al nostro mattino. |
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Fiorire significa
uscire dal freddo, riemergere dall'ombra dell'introspezione
invernale e accettare di aprirsi alla relazione con l'altro
e col mondo; offrire se stessa partecipando al fermento vitale
della stagione.
Il germogliare/sbocciare/fiorire primaverili sono un'azione
di preparazione e di orientamento di sè, cui farà
seguito il "fruttificare" ma solo nella prossima stagione.
In Primavera non c'è materialità, c'è "solo"
essenza.
Nella vita umana, l'analogia del fiorire è con l'aprirsi,
mettere fuori la testa poi espandersi dei fiori...
• Prendere possesso del proprio posto al mondo.
• Permettersi di essere belle.
• Crogiolarsi al sole, assorbire energia vitale.
• Irradiare colore e profumo.
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Fiorire meditando su Flora significa
capire quali sono i progetti che si vogliono realizzare, significa
identificare che fiore si vuol essere, per produrre nel futuro
un certo tipo di frutto, realizzare un certo tipo di progetto.
Flora ci propone un'ampia scelta e
ci permette di cercare la forma visibile e tangibile che è
la più adatta per ogni unica donna. Se ascoltiamo con
attenzione la voce della Dea, ad ogni primavera lei ci farà
delle domande:
• Come vuoi "germogliare/sbocciare/fiorire"
quest'anno?
• Come e in cosa vuoi aprirti?
• Dove hai delle reali possibilità di espanderti?
• Quali colori vuoi scegliere per te in questo nuovo
giro della Ruota?
• Quali forme vorrai sviluppare?
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Su Flora vedi anche Il
segreto di Flora
Sulla simbologia delle rose, in questo sito, leggi anche Maggio
delle Rose, simboli e mito
©
2009 Poesia di Chicca
Morone. Ricerca e testo di Maria Giusi Ricotti
Qualsiasi riproduzione, senza
esplicito consenso delle autrici, è vietata.
Pubblicato il 16 aprile 2009. |
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L'AUTRICE
Maria Giusi Ricotti, grafico editoriale
e ceramista, nata a Milano. Per amore è approdata molti
anni fa in Sardegna, dove vive con la sua famiglia e lavora.
È fondatrice di Il Calderone Magico che è - oltre
che un sito web ed una mailing list di spiritualità femminile
- un laboratorio artigiano nel centro storico di Cagliari.
mariagiusi@ilcalderonemagico.it
http://it.groups.yahoo.com/group/ilcalderonemagico
Il Calderone Magico - laboratorio - Corso Vittorio Emanuele
349/351, Cagliari |
NOTE
1) Bruno Martinis, I fiori
degli Dei. Le erbe in magia e medicina, Edizioni Dedalo
2) Sant'Agostino, De Civitate
Dei, libro IV, cap. 8
3) Ovidio, I Fasti, BUR
4) L. Ariosto, Orlando Furioso,
canto XV
BIbliografia
Ovidio, I Fasti, BUR
http://www.rivaportuense.it
http://www.vulcanochimico.ilcannocchiale.it/?id_blogdoc=1449152
http://www.deaecate.it/Calendario/Aprile/Aprile.htm
http://www.vinicentanni.it/Vini_Centanni/Vini_Centanni_Il_Territorio.html
http://itis.volta.alessandria.it/episteme/ep3-18.htm
http://www.mariateresalupo.it/simbolimitialchimiafiabe/maggiodue.html
http://www.flickr.com/groups/926796@N25
IMMAGINI
Flora, particolare da La Primavera di Sandro
Botticelli (1477-1490)
I fiori magici, da Bruno
Martinis, I fiori degli Dei. Le erbe in magia e medicina, Edizioni
Dedalo
Statua di Flora, Musei Capitolini, Roma
Flora, affresco di villa di Arianna a Varano, Stabiae
Impero di Flora di Nicolas Pussin, trtta da www.settemuse.it
Flora, Jan Massys, 155, tratta dal sito: http://commons.wikimedia.org
La Primavera di Sandro Botticelli, Uffizi, Firenze
Donna di spalle con fiori, di Ginevra, tratta da http://www.ginevra2000.it/images/donna_spalle_fiori.jpg
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