“Sono
un ponte tra due estremi: l’intuizione e la ragione” è
la migliore definizione con cui abbia mai sentito descrivere le 78 immagini
che compongono un mazzo di tarocchi: naturalmente sono parole di Jodorowsky,
l’incredibile uomo che, a sua volta, è diventato un vero e proprio
“ponte” fra i diversi mondi, la cui vita dimostra quanto sia possibile
realizzare il proprio sogno se davvero si accolgono i richiami di queste lame.
Il viaggio tra i tarocchi, “calderocchi” per la precisione, è
iniziato per noi che siamo iscritte alla lista de Il Calderone Magico nella
primavera 2007: ognuna aveva le sue idee su come dovessero essere, dimensioni
e quello che dovessero rappresentare, tempi di consegna e aspettative…
con la scadenza di Samhain siamo riuscite a realizzare i due mazzi e dell’opera
complessiva siamo fiere, anche se ci rendiamo conto che, per quanto affascinanti
nelle loro immagini, difficilmente potranno servire per divinare come corpo
unico.
Credo però che siano una bella testimonianza su ciò che con
un minimo di inventiva e di volontà si possa costruire insieme: questo
è stato un primo piccolo tentativo di aprire le ali e spiccare il volo
verso cieli più ampi.
Ognuna di noi infatti si è impegnata a realizzare nello spazio concordato
i simboli che a proprio avviso sembravano i più idonei alla lettura
della lama scelta: ci sono intuizioni che traspaiono da collages variopinti,
indicazioni di problematiche ripetitive tra i fili di un ricamo, verità
da “digerire” quanto la pasta dipinta d’oro, ingenuità
colorate di emozione, riflessi di situazioni in equilibrio instabile…
Tutto questo sarebbe stato abbastanza normale se ognuna di o?noi non si fosse
trovata a vivere in un modo o nell’altro proprio la lama che aveva scelto
(o da cui era stata scelta): sempre di più Maria Giusi che ha raccolto
- con santa pazienza - le nostre piccole o grandi confessioni si è
trovata a constatare un nostro percorso, accettato più o meno inconsciamente,
ma presente durante tutto il periodo di gestazione e realizzazione.
C’è stata un’Imperatrice che ha preso in mano lo scettro,
simbolo di potere e ha riorganizzato la sua casa canalizzando la sua forza
creatrice all’esterno, chi ha dovuto restare immobile al centro del
suo essere per capire che la Ruota della fortuna è mossa da energie
inarrestabili, ma che al suo centro esiste la pace, chi ha costruito una torre
di bottoni consunti per mostrare la precarietà di un ergersi verso
il cielo ebbri di tracotanza, chi ha coinvolto il lettore della lama mostrando
ciò che la Papessa poteva osservare dal suo punto di vista e via via
così…
Ma ci sono state anche quelle a cui è mancata la forza di portare a
termine il compito assunto: chi le ha sostituite ha acquisito nuovi colori
e altrettanto nuove occasioni di mettersi alla prova in un “gioco”
di tale portata.
Sì, gioco, perché i Tarocchi sono un gioco dietro il quale si
nascondono profonde verità: sta a noi intuire quando è il momento
di affrontare quelle verità, accoglierle e saperne fare un punto di
forza: a volte è difficile accettare i limiti che la vita ci presenta
al momento, ma la lettura approfondita del tarocco dà sempre la soluzione,
lo spiraglio da cui trovare la via di uscita: nel Matto ci sono tutti i simboli
che compaiono uno alla volta nelle altre lame, per cui la soluzione, forse
nascosta e irrazionale, compare sempre.
  Chicca
Morone
"Calderocchi" - due mazzi di Tarocchi di formato rispettivamente quadrato e rettangolare - sono il frutto di un lavoro collettivo svolto dalle sorelle della mailing list del Calderone Magico nello scorso 2008. | |||||||
|
|
||||||
Clicca
sulle icone per vedere i due mazzi di Calderocchi ingranditi
e il commento delle autrici |