Le dee come archetipi
La maggior parte di noi ha studiato le divinità dell' Olimpo
a scuola e ne ha veduto statue e dipinti.
I romani adoravano le stesse divinità dei greci, chiamandole
con nomi latini. Gli abitanti dell’Olimpo possedevano qualità
molto umane: modi di agire, reazioni emotive, sembianti e mitologia
che li riguardano ci forniscono modelli che corrispondono a comportamenti
e atteggiamenti umani. Essi ci sono familiari anche perché
sono archetipi, ossia rappresentano modelli di esistenza e di comportamento
che riconosciamo dall’inconscio collettivo di cui siamo tutti
partecipi.
Gli archetipi delle divinità femminili che descriverò
in questo libro sono le sei dee dell'Olimpo (Estia, Demetra,
Era, Artemide, Atena e Afrodite) con l’aggiunta di Persefone
la cui mitologia è inseparabile da quella di Demetra.
Ho poi suddiviso queste sette dee in tre categorie: le dee vergini,
le dee vulnerabili e le dee alchemiche (o portatrici di trasformazione).
Le dee vergini erano già classificate insieme nella Grecia
antica. Le altre categorie sono una mia scelta.
Modalità di coscienza, ruoli privilegiati e fattori motivanti
sono ciò che contraddistingue ogni gruppo. Anche l’atteggiamento
verso gli altri, il bisogno di attaccamento e l'importanza attribuita
ai rapporti sono palesemente diversi da gruppo a gruppo .
Affinché che la donna possa amare profondamente, lavorare in
maniera significativa ed essere sensuale e creativa, occorre che nella
sua vita trovino in qualche modo espressione le dee di tutte e tre
le categorie.
Le dee vulnerabili
Definisco le dee del secondo gruppo, Era, Demetra e Persefone, dee
vulnerabili. Era, nota ai romani come Giunone, era la dea del matrimonio
e la consorte di Zeus, sovrano degli dèi dell’Olimpo.
Demetra, la romana
Cerere, era la dea delle messi. Nel mito principale che la riguarda
viene esaltato il suo ruolo di madre. Persefone, in latino Proserpina,
era sua figlia, chiamata dai greci anche Kore: ‘fanciulla’.
Le tre dee vulnerabili rappresentano i ruoli tradizionali di moglie,
madre e figlia. Sono archetipi dell’orientamento al rapporto,
quelle dee, cioè, la cui identità e il cui benessere
dipendono dalla presenza, nella loro vita, di un rapporto significativo;
esprimono il bisogno di appartenenza e di legame tipico delle donne;
sono sintonizzate sugli altri e sono vulnerabili.
Vennero tutte e tre violentate, rapite e dominate o umiliate da divinità
maschili.
Quando un legame veniva spezzato o disonorato, ognuna di loro soffriva
nel proprio modo caratteristico e manifestava sintomi che assomigliavano
alla malattia psichica.
Ognuna di loro subiva anche un'evoluzione che può aiutare le
donne a capire profondamente la natura e la modalità delle
loro reazioni alla perdita, e le possibilità di crescita attraverso
la sofferenza, proprie di ciascuno dei tre archetipi che le dee rappresentano.
Persefone: fanciulla e regina degli Inferi
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La dea Persefone,
che i romani chiamavano Proserpina o Cora, era venerata in due
modi, come fanciulla, o Kore (che significa 'giovinetta') e
come regina degli Inferi.
Kore era una giovane dea slanciata e bellissima, associata ai
simboli della fertilità: il melograno, il grano, i cereali
e il narciso, il fiore che la adescò.
Come regina degli Inferi, Persefone è una donna matura,
che regna sulle anime dei morti, guida i viventi agli Inferi
e pretende per sé ciò che vuole. |
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Benché Persefone non fosse una
delle dodici divinità dell'Olimpo, era la figura centrale dei
Misteri Eleusini, che
per duemila anni prima del cristianesimo furono la più importante
religione dei greci, nei quali si viveva l’esperienza del ritorno,
o del rinnovarsi della vita dopo la morte, attraverso la ricomparsa
annuale di Persefone dall’oltretomba.
Genealogia e mitologia
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Persefone fu l’unica
figlia di Demetra e di Zeus. La mitologia greca, caso insolito,
ne tace le circostanze del concepimento.
All’inizio del mito di Demetra-Persefone, Persefone era
una fanciulla spensierata, che raccoglieva fiori e giocava con
le amiche. Poi all’improvviso Ade emerse sul suo carro
da una fenditura della terra, ghermì la fanciulla piangente
e la portò nel mondo sotterraneo per farne la propria
riluttante sposa. |
Demetra non accettò
la situazione, abbandonò l’Olimpo, si diede da
fare perché Persefone tornasse, e infine costrinse Zeus
a cedere ai suoi desideri.
Zeus mandò Ermes, il messaggero degli dèi, a riprendere
Persefone.
Ermes giunse nel mondo sotterraneo e trovò una Persefone
sconsolata, la cui disperazione si trasformò però
in gioia quando scoprì che egli era lì per lei
e che Ade l’avrebbe lasciata libera. Tuttavia, prima di
lasciarla andare, Ade le diede alcuni semi di melograno che
lei mangiò. Quindi salì sul carro con Ermes che
la riportò velocemente da Demetra.
Madre e figlia, una volta ritrovate, si abbracciarono con gioia,
e Demetra si informò ansiosamente se Persefone non avesse
per caso mangiato qualcosa, nel mondo degli Inferi. Lei rispose
di aver mangiato alcuni semi di melograno perché Ade
l’aveva costretta a farlo "con la violenza e contro
il suo volere" (cosa non vera). Demetra accettò
la storia, e il ciclo che ne seguì.
Se Persefone non avesse mangiato niente, le sarebbe stata restituita
senza condizioni. Invece, avendo mangiato i semi di melograno,
ora avrebbe trascorso un terzo dell'anno agli Inferi con Ade,
e due terzi nel mondo dei vivi, con lei. |
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In seguito Persefone divenne regina
degli Inferi.
Quando eroi ed eroine della mitologia greca si recavano nel regno
dei morti, Persefone era là a riceverli e a fare loro da guida
(nessuno la trovò assente. Non c'era mai sulla porta un biglietto
che dicesse: "Tornata a casa dalla madre", anche se il mito
ci dice che era così per i due terzi dell'anno).
Nell’Odissea, l’eroe Ulisse si recò agli Inferi,
dove Persefone gli mostrò le anime di donne leggendarie; nel
mito di Eros e Psiche, l’ultimo compito di Psiche fu quello
di discendere nel mondo sotterraneo con uno scrigno che Persefone
doveva riempire con l’unguento dell’eterna giovinezza
per Afrodite; l’ultima delle dodici fatiche di Ercole portò
anche lui da Persefone: l’eroe doveva ottenere il suo permesso
di portare via Cerbero, il feroce cane da guardia dalle tre teste,
che domò e mise al guinzaglio.
Persefone lottò contro Afrodite per il possesso di Adone, il
bel giovane che fu amato da entrambe le dee. Afrodite lo aveva nascosto
in una cassa e mandato a Persefone perché lo custodisse. Ma
nell’aprire la cassa, la regina degli Inferi fu a sua volta
rapita dalla sua bellezza e si rifiutò di restituirlo: ora
lottava per Adone contro un'altra divinità, come Demetra e
Ade avevano fatto per lei. La disputa venne portata davanti a Zeus,
il quale decise che Adone avrebbe trascorso un terzo dell’anno
con Persefone, un terzo con Afrodite, e che sarebbe stato libero per
il tempo restante.
L'archetipo Persefone
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A differenza di
Era e di Demetra, che rappresentano modelli archetipici dominati
da istinti potenti, il modello Persefone non avverte quella
spinta.
Se è lei a fornire la struttura portante della personalità,
la donna non è predisposta ad agire, ma a essere agita
dagli altri, vale a dire ad avere un comportamento condiscendente
e un atteggiamento passivo. Persefone nel suo aspetto di fanciulla
fa sì che la donna sembri eternamente giovane.
La dea Persefone aveva due aspetti: era Kore e regina degli
Inferi.
Questa dualità è presente anche sotto forma di
modelli archetipici. La donna Persefone può essere influenzata
da uno dei due aspetti, passare dall’uno all'altro, oppure
averli entrambi dentro di sé.
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Kore: la fanciulla archetipica
Kore era la fanciulla senza nome e rappresenta la giovane che ignora
chi sia ed è ancora inconsapevole dei propri desideri o delle
proprie forze.
La maggior parte delle donne giovani, prima di sposarsi o di decidere
della propria carriera, passa per la fase Kore. Altre rimangono fanciulle
per tutta la vita: non si impegnano né in un rapporto, né
in un lavoro, né in una meta culturale, anche se, di fatto,
vivono un rapporto, hanno un lavoro o frequentano l’università,
o addirittura una scuola di specializzazione. Qualsiasi cosa stiano
facendo, non sembra la facciano 'per davvero’.
II loro atteggiamento è quello dell’eterna adolescente,
indecisa su ciò che vuole essere 'da grande', in attesa di
qualcosa o di qualcuno che trasformi la sua vita.
La bambina della mamma
Persefone e Demetra
rappresentano un modello madre-figlia assai comune, dove la
figlia è troppo legata alla madre per sviluppare un senso
di sé indipendente. Il motto che definisce questo rapporto
è: "Mamma lo sa meglio di tutti".
La figlia Persefone vuole compiacere la madre. Questo desiderio
la spinge a essere 'una brava ragazza', obbediente, attenta,
che spesso vive al riparo o 'protetta' da esperienze che presentino
anche una minima possibilità di rischio.
Benché la madre sembri forte e indipendente, questo aspetto
spesso è ingannatore. Può infatti accadere che
alimenti la dipendenza della figlia per tenersela vicina, oppure
che abbia bisogno di lei come un'estensione di sé, attraverso
cui vive in maniera sostitutiva. |
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La donna-anima
La nota analista junghiana Esther
Harding inizia il suo libro La strada della donna descrivendo il tipo
di donna che è 'tutto per qualsiasi uomo'.
È la 'donna anima' che "si adatta a tutti i desideri di
'lui', si fa bella per 'lui', lo affascina, lo compiace". Non
"è abbastanza consapevole di sé da essere capace
di dare un'immagine di quella che è la sua vita soggettiva".
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La Harding parla
della facilità con cui la 'donna anima' assume su di
sé la proiezione dell'immagine inconscia che un uomo
ha della donna (questa anima) e inconsciamente si conforma all'immagine.
La descrive così: "È come un cristallo dalle
mille facce, che gira automaticamente senza alcuna volontà
propria...
Grazie a questa adattabilità viene messa in luce ora
una faccia, ora l'altra, ma all'osservatore viene presentata
sempre quella che meglio riflette la sua anima".
Un'innata ricettività rende la donna Persefone assai
duttile. Se persone significative proiettano su di lei un'immagine
o un'aspettativa, all'inizio non si oppone. Segue un modello
camaleontico,'prova' qualsiasi cosa gli altri si aspettino da
lei. È questa qualità che la predispone a essere
'donna anima'; inconsciamente, si conforma a quello che un uomo
vuole che lei sia. Con uno è la fanatica del tennis che
è di casa nell'ambiente del circolo sportivo; con un
altro siede dietro di lui sulla moto e sfreccia a tutto gas
sull'autostrada; e per un terzo è la modella che lui
dipinge innocente e ingenua; e agli occhi di lui lo è
veramente. |
La donna bambina
Prima di essere
rapita, Persefone era una donna-bambina, ignara delle proprie
attrattive sessuali e della propria bellezza. Questa combinazione
archetipica di sessualità e innocenza permea la cultura
occidentale, dove la donna desiderabile è la gattina
sexy, la donna con il look da ninfetta, che posa nuda per Playboy.
Non è necessario che la donna Persefone sia giovane o
sessualmente inesperta perché le manchi il senso della
propria sensualità o sessualità.
Fintanto che rimane psicologicamente Kora, la sessualità
rimane in lei sopita. Benché piacere agli uomini le piaccia,
manca di passione e spesso non ha l’orgasmo. |
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In Giappone, ancor più che in
Occidente, la donna ideale assomiglia a Persefone. È tranquilla,
riservata, compiacente; impara che non deve mai dire di no in maniera
diretta: viene educata a evitare di disturbare l’armonia esprimendo
dissenso o con atteggiamenti sgradevoli. La donna giapponese ideale
rimane graziosamente presente, ma sullo sfondo, anticipa le necessità
degli uomini e apparentemente accetta il proprio destino.
Guida al mondo degli inferI
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Benché la
prima esperienza di Persefone nel mondo degli Inferi sia stata
quella della vittima rapita, in un secondo tempo ne divenne
la regina, la guida a chi visitava quei luoghi. Come nel mito,
questo aspetto dell’archetipo si sviluppa come risultato
dell’esperienza e della maturazione.
Simbolicamente, il mondo degli Inferi può rappresentare
gli strati più profondi della psiche, il luogo dove giacciono
'sepolti' ricordi e sentimenti (l’inconscio personale)
e dove si trovano immagini, modelli, istinti e sentimenti archetipici
comuni a tutta l’umanità (l’inconscio collettivo).
Quando queste aree vengono esplorate in analisi, nei sogni si
producono immagini sotterranee. La sognatrice si trova in uno
scantinato, spesso con molti corridoi e stanze che assomigliano
talvolta a un labirinto; oppure in un mondo sotterraneo o in
una grotta profonda, dove incontra gente, oggetti o animali
che la terrorizzano, la spaventano o la interessano, a seconda
che tema o no questo regno dentro di sé.
Persefone regina e guida agli Inferi rappresenta la capacità
di muoversi fra la realtà egoica del mondo ‘oggettivo'
e la realtà inconscia o archetipica della psiche. Quando
l'archetipo Persefone è attivo, è possibile che
la donna operi una mediazione fra i due livelli, integrandoli
entrambi nella personalità, e faccia da guida ad altri
che 'visitano' il mondo sotterraneo nei sogni e nelle fantasie,
o aiuti coloro che 'vengono rapiti' e che perdono il contatto
con la realtà.
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Hannah Green, nel suo I Never Promised
You a Rose Garden, scrive la propria storia di malattia, ricovero
psichiatrico e guarigione di sedicenne schizofrenica che si ritirò
dalla realtà, rimanendo in balìa di un mondo immaginario.
La Green, per poterne scrivere, dovette ricordare con grande vivezza
la propria esperienza. All’inizio si rifugiò nel 'Regno
di Yr', un mondo di fantasia che aveva un suo 'calendario segreto',
un suo linguaggio e un suo alfabeto. Ma alla fine questo mondo 'sotterraneo'
assunse una realtà terrificante; ne divenne prigioniera senza
poterne uscire; poteva vedere "soltanto per contorni grigio su
grigio, senza profondità, in maniera piatta, come un dipinto".
Quella ragazza era una Persefone rapita.
Ex pazienti psichiatriche, come Persefone, possono fare da guida ad
altri in questo mondo sotterraneo. Ho conosciuto anche molte splendide
terapeute che da giovani erano state ricoverate per una malattia psichiatrica.
Temporaneamente 'prigioniere' di una dimensione dell'inconscio, avevano
perso il contatto con la realtà ordinaria. Grazie a questa
diretta, non mediata esperienza del profondo e alla guarigione, ora
sono di particolare aiuto agli altri. Conoscono tutti i sentieri del
mondo sotterraneo.
E infine, ce ne sono alcune che conoscono la Persefone Guida senza
aver fatto l'esperienza della Kore prigioniera. Questo vale per molte
terapeute che lavorano con sogni e immagini che nascono nella fantasia
delle pazienti, perché sono ricettive all'inconscio senza esserne
state prigioniere. Conoscono e hanno familiarità con il mondo
sotterraneo per intuizione. La Persefone Guida fa parte della loro
psiche, è l'archetipo a cui certe donne devono il senso di
familiarità che avvertono quando si imbattono nel linguaggio
simbolico, nel rituale, nella follia, nelle visioni o nell’esperienza
mistica deIl’estasi.
Simbolo della primavera
Persefone Kore, la ‘fanciulla senza nome', è nota
a molte donne come la fase della vita in cui erano giovani,
incerte e piene di possibilità. Era il tempo in cui aspettavano
che qualcuno o qualcosa venisse a dare forma alla loro vita,
prima che un altro (qualunque altro) archetipo si attivasse
e le facesse approdare a una fase diversa. Nelle stagioni della
vita della donna, Persefone rappresenta la primavera.
Come la primavera segue ciclicamente al periodo del dissodamento
della terra e ai mesi desolati dell’inverno, portando
tepore, più luce e rinnovata crescita alla vegetazione,
così Persefone può riattivarsi dopo momenti di
perdita e di depressione. Ogni volta che riemerge nella psiche,
alla donna ridiventa possibile aprirsi a nuove influenze e cambiamenti.
Persefone è giovinezza, vitalità e potenziale
per una nuova crescita. Le donne che hanno Persefone come parte
di sé possono rimanere ricettive al cambiamento e giovani
di spirito per tutta la vita.
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Come coltivare Persefone
La ricettività dell’archetipo Persefone è una
qualità che molte donne devono coltivare. Questo vale in special
modo per le donne Atena e Artemide, fortemente polarizzate sull’obiettivo,
in genere sicure di ciò che vogliono e decise nell’agire,
che quando non hanno le idee chiare si sentono disorientate e non
sanno come e quando muoversi, o sono incerte su quale sia l'ordine
delle priorità. Per questo devono coltivare la capacità
tipica di Persefone di attendere che la situazione si modifichi, o
che i loro sentimenti si chiariscano.
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La capacità
di aprirsi ed essere flessibili (o duttili) che caratterizza
Persefone (a volte in maniera eccessiva) è un attributo
che le donne Demetra ed Era spesso devono sviluppare, se non
riescono a vedere altro che le proprie aspettative (Era) o se
sono convinte che nessuno 'lo' sappia meglio di loro (Demetra).
Attribuire un valore positivo alla ricettività è
il primo passo per coltivare Persefone. Un atteggiamento aperto
agli altri può essere sviluppato a livello cosciente
prestando ascolto a ciò che gli altri hanno da dire,
cercando di vedere le cose dal loro punto di vista e astenendosi
dai giudizi critici (o dai pregiudizi).
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È possibile sviluppare un atteggiamento
aperto anche nei confronti della propria psiche. Un primo passo necessario
è la gentilezza verso sé stesse (anziché l’impazienza
o l'autocritica), specialmente nei momenti in cui ci si sente come
'un terreno lasciato a maggese'. Molte donne imparano che i periodi
di pausa improduttiva possono essere momenti terapeutici di tregua,
che precedono un nuovo impulso di attività o di creatività,
solo dopo che hanno imparato ad accettarli come una fase e non come
una colpa.
Prestare attenzione ai sogni, spesso da buoni frutti. Uno sforzo per
ricordarli e scriverli ogni mattina mantiene vive le immagini. Spesso,
così facendo, si sviluppa l’intuizione profonda del loro
significato, perché è possibile ricordarli e rifletterci
su.
Chi cerca di cogliere impressioni extra-sensoriali può anche
sviluppare una percezione in tal senso e imparare ad accogliere in
sé immagini che nascono spontanee nella mente.
Difficoltà psicologiche
La dea Persefone
fu una figlia spensierata fino a che non venne rapita e violentata
da Ade, e per un certo tempo fu una moglie impotente, prigioniera
e riluttante.
Fu liberata grazie agli sforzi della madre, ma poiché
aveva mangiato i semi di melograno, avrebbe dovuto passare parte
dell’anno sulla terra con Demetra e parte nel mondo sotterraneo
con Ade.
Solo più tardi sarebbe diventata regina e guida al mondo
degli Inferi.
Ogni diverso momento del mito ha un correlato nella vita reale.
Come la dea, la donna Persefone può evolvere attraverso
le varie tappe e maturare come conseguenza di quanto le accade,
ma può anche rimanere fissata a una fase.
A differenza di Era e Demetra, che rappresentano istinti forti
a cui spesso, per crescere, occorre resistere, Persefone induce
la donna alla passività e alla condiscendenza, rendendola
facilmente succube degli altri.
Meno caratterizzata e meno definita di tutte le altre dee, ciò
che la contraddistingue è la mancanza di orientamento
e di iniziativa. Ma di tutte le dee, è quella dotata
delle migliori potenzialità di crescita. |
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Identificazione con Persefone o KorE
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Vivere come Kore
significa essere l’eterna fanciulla che non si impegna
in niente e con nessuno, perché, con una scelta definita,
vengono meno le alternative possibili. Per di più, questa
donna pensa di avere a disposizione tutto il tempo che vuole
per decidere, e quindi di poter aspettare fino a che qualcosa
non la spinga ad agire. Vive nel Paese-che-non-c'è, come
Wendy con Peter Pan e i bambini smarriti, vagabondando e giocando
con la vita.
Se vuole crescere, deve ritornare alla vita reale.
Wendy, naturalmente, fece questo tipo di scelta. Disse addio
a Peter Pan e rientrò a volo dalla finestra nella sua
camera di bambina lasciata tanto tempo prima, sapendo che ora
sarebbe diventata grande.
La soglia che la donna Persefone deve varcare è una soglia
psicologica.
Per crescere, deve imparare tanto a impegnarsi, quanto a essere
all’altezza di questi impegni. Ha difficoltà a
dire di sì e a tenere fede a qualsiasi cosa cui dà
la propria adesione. Rispettare gli appuntamenti, terminare
gli studi, impegnarsi nel matrimonio, educare i figli o non
abbandonare un lavoro, sono tutti compiti difficili per chi
vuole giocare con la vita. Crescere implica lottare contro l’irresolutezza,
la passività, l’inerzia; quando la scelta cessa
di essere un gioco, occorre prendere una decisione e mantenere
l’impegno. |
Fra i trenta e i quarant'anni, la realtà
irrompe nell’illusione di eterna giovinezza della donna Persefone,
la quale forse, a questo punto, può incominciare a sentire
che qualcosa non va. L'orologio biologico le dice che il tempo per
avere un figlio sta scadendo; può rendersi conto che il suo
lavoro non ha futuro, oppure guardarsi allo specchio e vedere che
sta invecchiando. Guardando le amiche, si rende conto che tutte sono
cresciute, lasciandola indietro. Tutte hanno marito e figli, o si
sono costruite una carriera. Quello che fanno interessa veramente
qualcuno, e in qualche modo, chiaro ma indefinibile, sono diverse
da lei, perché la vita le ha toccate, lasciando il segno.
Fino a che il suo atteggiamento rimane quello di una Persefone Kore
non si sposerà mai, oppure percorrerà le varie tappe
della vita senza mai impegnarsi sul serio.
Farà resistenza al matrimonio perché lo considera dal
punto di vista archetipico della fanciulla, per la quale è
sinonimo di morte: dal punto di vista di Persefone, infatti, il matrimonio
significa il rapimento da parte di Ade, colui che porta la morte.
Questa visione del rapporto coniugale e del marito è completamente
diversa dalle aspettative di Era, che considerava Zeus l’artefice
della propria realizzazione.
La donna Era deve conoscere l’uomo e resistere alla tentazione
di impegnarsi in un rapporto sbagliato, spinta com'è dalle
aspettative positive proprie dell’archetipo. In caso contrario,
quando il matrimonio si dimostra insoddisfacente, rimarrà delusa.
In netto contrasto, la donna Persefone deve resistere all’assunto
altrettanto infondato, secondo cui il matrimonio è un rapimento
e una morte da combattere o contro cui nutrire risentimento.
Le trappole di Persefone: debolezze di carattere
Quando Persefone
si fu riunita a Demetra, la prima domanda che le fece la madre
fu: "Hai mangiato niente nel mondo sotterraneo".
Persefone rispose di aver mangiato alcuni semi di melograno,
e poi mentì, dicendo di esservi stata costretta da Ade:
aveva quindi fatto ciò che voleva, senza intaccare l’immagine
che la madre aveva di lei.
Pur dando l’impressione di non avere alcun potere di controllo
sul proprio destino, e quindi di non esserne responsabile, in
realtà lo determinò: mangiando i semi, si garantì
di poter trascorrere parte del tempo con Ade.
Le vie traverse, la menzogna e la manipolazione sono potenziali
problemi di carattere per la donna Persefone. Sentendosi impotente
e dipendente dagli altri, più forti di lei, impara a
ottenere ciò che vuole in maniera indiretta: aspetta
il momento opportuno per agire, oppure ricorre all'adulazione;
dice solo in parte la verità, oppure mente del tutto,
anziché affrontare gli altri in maniera diretta.
In genere la donna Persefone evita la collera. Non vuole che
ci si adiri contro di lei: sente di dipendere dalla generosità
e dall’affabilità degli altri che percepisce, giustamente,
come potenti e quindi, spesso, tratta madre, padre, marito,
datori di lavoro, insegnanti, come protettori che si deve ingraziare.
Anche il narcisismo è una trappola per alcune donne Persefone,
che possono fissarsi su di sé con tanta ansia da perdere
la capacità di rapportarsi agli altri. Il pensiero è
dominato da interrogativi sulla propria persona: "Come
sembro? Sono abbastanza spiritosa? Sono abbastanza intelligente?".
E tutta l’energia se ne va in belletti e vestiti. Passano
ore davanti allo specchio. La gente esiste soltanto come riscontro,
per fare da superficie riflettente dove loro possono guardarsi. |
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Nel mondo degli inferi: la malattia psichica
Per una parte del mito, Persefone, prigioniera nel mondo degli Inferi,
era una fanciulla triste, che non mangiava e non sorrideva. Questa
fase corrisponde a un periodo di malattia psichica che alcune donne
Persefone devono attraversare.
Questa donna, quando è dominata e limitata da persone che la
tengono legata a sé, è soggetta alla depressione. Nell’insicurezza
che la contraddistingue, chiude ermeticamente dentro di sé
rabbia o dissenso, senza riuscire a esprimerli o a modificare la situazione
in maniera attiva. Comprime invece questi sentimenti negativi ed entra
in uno stato di depressione (rabbia rivolta internamente che è
repressione e che diventa depressione), che senso di isolamento e
di inadeguatezza e autocritica contribuiscono ad alimentare.
La depressione della donna Persefone non assume toni drammatici, ma
sfuma in un lavorio di cesello. La sua personalità chiusa si
ritrae ancor di più, la passività aumenta, le emozioni
si fanno inaccessibili. Appare minuta e diafana. Come Persefone quando
venne rapita nel mondo sotterraneo, non mangia e non ha niente da
dire. Sia fisicamente che psicologicamente, il suo aspetto incorporeo,
con l’andare del tempo, si fa ancor più marcato. Guardare
una Persefone depressa è come guardare un fiore che appassisce.
La donna Demetra, quando si deprime, sovrasta immensa e condiziona
fortemente chi la circonda. Prima dell’episodio depressivo è
in genere una figura energica e centrale, e quindi, con la depressione,
il suo comportamento subisce un cambiamento evidente. La donna Persefone,
invece, che fin dall’inizio non è stata mai appariscente,
quando si deprime diventa una presenza sempre più sfumata.
La Demetra depressa suscita in chi le sta intorno senso di colpa,
impotenza o collera per il biasimo che lascia intendere. La Persefone
depressa non provoca negli altri questi sentimenti. Al contrario,
sono gli altri a sentirsi esclusi da lei. È lei che si sente
colpevole, biasimevole, impotente. E spesso si sente a torto colpevole
per qualcosa che ha detto, pensato o fatto. La Demetra depressa, quindi,
è una presenza massiccia al centro della famiglia, mentre la
Persefone depressa sembra scomparire nelle stanze più appartate.
Alcune Persefone si ritirano in un mondo di ombre fatto di immagini
interne, di pensieri reconditi e di vita fantasticata, in un mondo
a cui solo loro hanno accesso.
Il motivo per cui Persefone si è isolata eccessivamente o si
è ritirata in quel mondo può essere stato il tentativo
di allontanarsi da una madre invadente o da un padre violento. Una
paziente Persefone mi diceva: "Avevo i miei posti speciali: dietro
alla grossa sedia scura, in un angolo del salotto, sotto l’albero
i cui rami toccavano terra e mi riparavano alla vista. Là andavo
a nascondermi. Vi passavo ore e ore, da bambina, per lo più
sognando a occhi aperti, facendo finta di essere ovunque tranne che
in quella casa, con quelle persone".
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Talvolta,
l’inquietudine per il mondo interno, dove si ritira ogni
volta che sente il mondo reale farsi troppo difficile o esigente,
la esclude dagli altri. Tuttavia, può arrivare il momento
in cui quello che un tempo era un rifugio diventa una prigione.
La donna Persefone può rimanere confinata nel suo mondo
di fantasia ed essere incapace di fare ritorno alla realtà
ordinaria.
Ritirandosi gradualmente dalla realtà, alcune Persefone
scivolano nella psicosi: vivono in un mondo pieno di fantasie
simboliche e di significati esoterici e si percepiscono in maniera
distorta. Talvolta la malattia psicotica può servire
da metamorfosi, un modo che queste donne hanno per spezzare
i condizionamenti e le proibizioni che limitavano la loro vita:
diventando temporaneamente psicotiche, possono guadagnare accesso
a una più vasta gamma di sentimenti e a una più
profonda consapevolezza di sé.
Ma gli psicotici rischiano di rimanere prigionieri del mondo
degli Inferi. Alcune donne Persefone (come Ofelia nell’Amleto
di Shakespeare), rimanendo psicotiche, evitano la realtà
quando questa si fa troppo dolorosa. Altre, invece, fanno questa
esperienza con l'aiuto di una terapia e imparano a crescere,
diventando più sicure e indipendenti. |
Dopo che Persefone emerse dal mondo
degli Inferi, Ecate le fu compagna inseparabile.
Ecate, dea della luna nera e dei crocicchi, regnava sugli arcani e
notturni regni dei fantasmi e dei demoni, della stregoneria e della
magia.
La donna Persefone che emerge dalla malattia psicotica può
acquistare una penosa capacità di discernimento, che le fa
intuire il significato simbolico degli eventi.
Quando guarisce e ritorna nel mondo, dopo un periodo di ricovero,
spesso ha la consapevolezza dell’esistenza di un'altra dimensione,
che può essere definita in termini simbolici come 'avere Ecate
per compagna'.
Modi di crescere
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Per impegnarsi, la donna Persefone deve lottare con la Kore
che è in lei. Deve decidere di sposarsi e dire di sì
senza riserve mentali. Se lo fa, il matrimonio può gradualmente
trasformarla da eterna fanciulla in donna matura.
Se affronta un lavoro, anche in questo caso deve impegnarsi
a non abbandonarlo, sia per realizzare la propria crescita personale,
sia per avere successo.
La donna Persefone può superare la dimensione della Persefone
Kore se è costretta ad affrontare la vita con le sue
sole forze e prendersi cura di sé. Per molte figlie viziate,
la prima volta in cui si realizza questa possibilità
di indipendenza è il divorzio. Fino a quel momento, hanno
fatto esattamente quanto ci si aspettava da loro: sono state
figlie protette e hanno sposato giovani come si deve. Se hanno
divorziato, in parte è perché consideravano il
matrimonio una prigione. Il matrimonio non le ha trasformate:
al contrario, ora scoprono che il rito di passaggio è
il divorzio. Soltanto quando non hanno più qualcuno che
fa le cose per loro, o di cui lamentarsi, certe donne Persefone
possono crescere. Il bisogno diventa il loro maestro, quando
devono affrontare i rubinetti che perdono, i conti che non tornano
e la necessità di lavorare.
La donna Persefone può crescere seguendo molte direzioni
diverse che fanno parte del potenziale inerente all’archetipo,
attivando gli archetipi di altre dee, o sviluppando l'Animus.
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Diventare una donna appassionata e sensuale
Persefone può essere una donna frigida, che quando fa l'amore
si sente violentata, o semplicemente condiscendente. È
lei che dice: "È appena passata una settimana e so
che fare l'amore con me già lo annoia"; "Quando
facciamo l’amore penso alle ricette di cucina"; oppure:
"Qualche volta ho veramente il mal di testa"; oppure
ancora: "Fare l'amore mi fa male".
Ma può anche trasformarsi in una signora sensuale e sexy.
Spesso ho avuto sentore di questa trasformazione in donne che
sono passate nel mio studio, o nelle mogli di uomini che me ne
hanno parlato.
E in realtà, l’iniziazione sessuale, che mette la
donna in contatto con questa dimensione, è un potenziale
dell'archetipo Persefone conforme alla sua mitologia. Una volta
che Persefone fu diventata regina degli Inferi, stabilì
un legame o un vincolo con Afrodite, dea dell'amore e della bellezza,
di cui Persefone può rappresentare l’aspetto sotterraneo;
Persefone è una sessualità più introversa,
o una sessualità sopita.
Nel mito, Adone fu amato tanto da lei quanto da Afrodite.
Ed entrambe le dee hanno in comune il simbolo del melograno.
Inoltre, il fatto che Persefone avesse accettato il melograno
da Ade,significava che sarebbe tornata da lui di propria volontà.
Con questo atto cessava di essere una sposa riluttante. Divenne
sua moglie e regina degli Inferi, non più la sua prigioniera.
Nella vita reale, talvolta dopo anni di matrimonio, può
accadere che una moglie Persefone cessi di sentirsi prigioniera
di un marito opprimente ed egoista con il quale ha condotto fino
a un certo momento una vita coniugale carica di risentimento.
Solo quando riesce a vederlo come un uomo vulnerabile, rispettabile
e imperfetto, solo quando riesce a sentire che la ama, può
provare sentimenti diversi.
Quando la percezione si trasforma, per la prima volta da quando
sono sposati, egli saprà che lei sta con lui per restare
e che lo ama. In questo nuovo contesto di fiducia e di apprezzamento,
lei potrà provare per la prima volta l’orgasmo e
vedere il marito come Dioniso, colui che risveglia in lei la passione,
anziché come Ade, colui che l’ha rapita. |
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Nell’antica Grecia, lo spirito inebriante
di Dioniso portava le donne al culmine dell’estasi sessuale.
Il dio veniva adorato in baccanali sulle montagne dalle donne greche,
che periodicamente lasciavano il ruolo tradizionale di donne rispettabili,
il focolare e la casa per partecipare alle orge religiose. Dioniso
le trasformava in menadi sfrenate.
La tradizione e il mito legano insieme Ade e Dioniso: si diceva che
Dioniso dormisse nella casa di Persefone, negli intervalli fra un
suo ritorno e l’altro sulla terra.
Il filosofo Eraclito diceva: "Ade e Dioniso, per i quali loro
(le donne) impazziscono e infuriano, sono la stessa persona".
La moderna Persefone può fare un analogo incontro 'dionisiaco'.
Una donna mi disse: "Dopo aver lasciato mio marito mi sono messa
in cerca di che cosa fosse mancato nel mio matrimonio. Ho capito che
molto dipendeva da me: formalista, bene educata, mi sono vista come
una smorfiosa".
Un giorno, in un caffè, incontrò un uomo che divenne
il suo amante. Era molto sensuale e la aiutò a diventare consapevole
di "terminazioni sensibili di cui non avevo mai avuto sentore
prima".
La scoperta di una disposizione all’esperienza religiosa dell’estasi
L’affinità archetipica
della dea Persefone con Ecate e Dioniso può predisporre alle
qualità estatiche e numinose, da sacerdotesse, che alcune donne
Persefone sviluppano.
Si sentono inebriate dai rituali e possedute da una divinità.
Nell’ambito del Cristianesimo, le donne mosse in tal modo dallo
spirito possono diventare 'carismatiche' che 'parlano in lingue'.
E oggi, con il revival del culto della dea, dove danze a spirale ne
evocano lo spirito, alcune donne che di giorno sembrano comuni Persefone,
di notte diventano altrettante Ecate arcane, o menadi dionisiache.
Lo sviluppo delle potenzialità di medium o sensitiva
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Come
guida dei mortali che andavano a visitare l'oltretomba per incontrarsi
con le ombre dei morti, Persefone aveva una funzione metaforicamente
simile a quella dei medium che tengono sedute spiritiche o che
permettono agli spiriti dei morti di parlare attraverso di loro.
L'estensione della sua personalità, con la ricettività
diffusa e la mancanza di concentrazione su un punto specifico
che la caratterizza, facilita anche la percezione extrasensoriale.
Per sviluppare le capacità sensitive, la donna Persefone
deve trascendere l’identificazione con la Kore e trovare
in sé l’elemento Persefone-Ecate che non si lascia
spaventare dalla dimensione dell’arcano, si sente a casa
sua nel mondo degli Inferi, e ha la saggezza di riconoscere
quando si trova a un bivio pericoloso e deve cercare una via
più sicura.
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La guida al mondo degli inferI
Una
volta che la donna Persefone sia scesa nelle profondità
di sé stessa, abbia esplorato il regno profondo del mondo
archetipico e non tema di farvi ritorno per ripeterne l’esperienza,
è in grado di mediare fra la realtà ordinaria
e quella non ordinaria.
Ha fatto esperienze irrazionali arcane o terrificanti, ha avuto
allucinazioni o incontri spirituali numinosi.
Se riesce a trasmettere ciò che in tal modo ha appreso,
può diventare guida agli altri. E una donna Persefone
che sia stata nel mondo degli Inferi e ne abbia fatto ritorno,
può anche diventare una terapeuta-guida, capace di mettere
in comunicazione gli altri con il loro mondo profondo, guidandoli
alla ricerca del significato simbolico e alla comprensione di
quanto scoprono in esso. |
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Tratto e adattato da “Le
dee dentro la donna” di Jean
Shinoda Bolen, Astrolabio-Ubaldini Editore, 1991
Poesia Ultima
Persefone di Rosa Carotti
Rosa Carotti, formatrice,
counselor e conduttrice di gruppi di donne, vive a Cremona e da anni
si occupa di archetipi e miti del femminile.
La accompagna da sempre la passione per la poesia e la parola evocativa.
IMMAGINI
Persefone di Dante gabriele Rossetti
tratta da http://br.wikipedia.org/wiki/Persefone
Il ratto di Proserpina di Bernini, http://www.arkeomania.com/favoladicerere.html
http://www.wilsonsalmanac.com/book/jan5.html
http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=238910o??????
http://gotoknow.org/blog/mythology/83595
http://www.enricobassi.it
Il ritorno di Persefone di Frederic Leighton http://it.wikipedia.org/wiki/Demetra
http://www.apt-enna.com/inglese/aidoneinglese.php
http://www.mind-surf.net/aya/aya-decimocuarta.html
http://www.circoloculturalelagora.it/miti04.htm
http://www.jocomuseum.org/mPeet/thb-persephone.html
Persefone di Susan Diane Conti http://studioconti.com/ram.html
http://www.astrologycom.com/equinox.html
http://www.sullacrestadellonda.it/mitologia/inferi.htmFotografia di
Persefone - Museo di Eleusi - foto di M.G.Ricotti
http://www.geocities.com/archiasr/sicilia/index.htm
http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=238910
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