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Meditazione |
Questa
meditazione è più efficace se potete registrarla con voce molto
lenta ed riascoltarla eseguendola all'aperto, sdraiate in un bosco tranquillo
o su un prato, sotto gli alberi.
Prendetevi qualche istante per rilassarvi completamente, dalla testa ai piedi.
Percepite il peso del vostro corpo sulla terra, e sentite la terra come un
corpo vivente che vi abbraccia tenendovi vicino.
Sentite gli elementi nelle vostre ossa e la carne che viene dalla terra.
Quando sarete pronti, fate un bel respiro, e per un attimo immaginate di essere
una foglia che pende da un ramoscello di un alto ramo, ondeggiando nel vento.
Il vento e il sole vi accarezzano il volto, sentite come le vostre cellule
cantano con energia di luce al semplice tocco del sole.
Solo per un istante lasciatevi muovere dalla brezza.
Adesso sapete cosa significa nutrirsi della luce senza alcuno sforzo: se c'è
qualche ambito della vostra vita dove avete bisogno di quel nutrimento, inspirate
e assorbitelo.
Il tempo passa, immaginate i primi venti freddi invernali che iniziano a soffiare.
Li sentite sul volto e un brivido vi scende per le vene, e diventate rossi
nella luce.
Fate un respiro profondo, forse un singhiozzo, poiché sapete che l'estate
è stata bella ma ormai è passata, e il tempo della dolcezza
del canto è finito.
E se c'è qualche cosa nella vostra vita che è completa, qualche
fase che sta terminando, qualcosa di cui sentite il bisogno di liberarvi,
fate un respiro profondo e assorbite il potere della foglia di lasciarsi
andare.
Vi lasciate andare e cadete, facendovi trasportare dal vento, e girate, danzate e vi muovete a spirale nei vortici del vento, continuando a cadere, sempre più giù. Finché non vi fermate sulla terra, giacendo sulle altre sorelle foglie che si accumulano corpo su corpo. Ma la terra su cui vi trovate non è una barriera solida: è porosa, spugnosa, un labirinto di cellule e di spazi brulicante di miliardi di esseri viventi. Fate un respiro profondo e vi riconsegnate alla terra, e lei si protende per abbracciarvi, e un miliardo di bocche fameliche si spalancano per assorbirvi. Le formiche e gli scarabei arrivano dal basso e iniziano a decomporvi. Mangiano le parti molli e vi fanno a pezzi le vene. Ife sottili di funghi si gettano sul vostro volto, iniziando il processo di dissoluzione. Venite attirati in basso, sempre più in basso, nelle caverne e negli spazi più profondi. Alcune parti di voi vengono inghiottite, diventando temporaneamente parte di una formica o di uno scarabeo, per poi venire nuovamente rilasciate, come escrementi d'insetti che cadono nella terra. Altre parti vengono trattenute dalle ife dei funghi, dove si dissolveranno lentamente, altre ancora vengono leccate dalle bocche trasparenti dei batteri del suolo, e lentamente, molto lentamente, tornate agli elementi originari, e piano piano, dolcemente, scendete nella terra. |
Passate attraverso grandi caverne
e baratri, superando enormi archi sospesi di rocce cristalline, rocce affilate
di silice e delle lisce sfere di argilla.
Le grandi caverne della terra sono sdrucciolevoli per l'acqua, miliardi di
creature nuotano nelle piccole pozze delle fenditure.
Questo è un mondo intero, ricco, tridimensionale, e voi siete solo
un piccolo granello di vita, un puntino di fosforo luminoso.
Adesso qualcosa si protende verso di voi…
Intorno a voi le caverne vengono penetrate dai peli radicali più delicati,
perlacei e iridescenti, provenienti dalle piante e dai grandi alberi superiori.
Ognuno spande la sua fragranza, la sua dolcezza, il suo gusto unico.
Colonie di batteri del suolo, cerchi danzanti, circondano ciascuno ogni radice.
I nutrimenti e le energie vengono trasportati attraverso questa rete fosforescente
di cui adesso siete parte.
Fate un respiro lungo e profondo, e ascoltate i lunghi, lenti pensieri degli
alberi.
Siete consci di come gli alberi comunicano tra di loro con le radici, nella
terra profonda, e di come la foresta sia collegata da questa rete.
Percepite l'antica estensione di questa rete, quando le foreste ricoprivano
la terra. Sentite quello che esiste ancora, e ciò che è stato
infranto, cosa parla ancora e cosa è stato messo a tacere.
E sapete che anche voi fate parte di questa rete.
Poi, facendo un respiro profondo, venite assorbiti dai peli radicali, e salite
nella radice, salendo sempre più su, in una corrente di dolce linfa,
salite ancora e venite investiti da una marea che sale.
Sempre più su, attraverso i canali delle enormi radici e la pelle vivente
sotto la corteccia, assorbendo luce solare, gridando all'aria di darvi cibo
dolce e acqua per nutrire i ramoscelli, i rami, il tronco e le radici.
Finché, inesorabile, torna il freddo inverno e, come foglie, nuovamente
vi lascerete andare e cadrete sulla terra, per essere assorbiti, per tornare
ai vostri elementi originari, per sprofondare, essere divorati, nutrire le
radici che sostengono il tronco, e i rami e ramoscelli dove le foglie si attaccano
per un po', chiedendo alla luce solare cibo dolce, finché non verrà
il tempo di cadere a terra, nutrire le radici, far crescere il tronco, perché
sostenga i rami che portano le foglie che chiedono alla luce solare cibo dolce,
per poi cadere ancora, per nutrire le radici, cadere, chiedere cibo, nutrire,
crescere, cadere, chiedere, nutrire...
Fate un altro respiro profondo. Iniziate a ricordare
di avere un corpo umano, una mente umana. Ringraziate l’albero,
le foglie e le radici, i funghi e i vermi, i miliardi di bocche fameliche
della terra per il viaggio che avete intrapreso, e per ciò che
avete appreso sul ciclo. E lentamente, molto lentamente, iniziate a tornare nel vostro corpo… Sollevatevi lentamente, aprite gli occhi. *** |
Incantesimi di trasformazione
Il periodo di Mabon è molto propizio
per preparare con le nostre mani del nutrimento (concime o composta vegetale)
per la terra, e possiamo approfittarne per farne un atto simbolico.
Siamo abituati a considerare inutilizzabili tutti i nostri scarti ma,
in natura, ogni cosa, anche la più trascurabile o meno gradevole,
viene trasformata e torna ad avere il suo valore. Anzi, nei processi
di trasformazione spesso ciò che prima era inutile e si decompone
assume, per un periodo, il valore di nutrimento per altre forme viventi,
prima di raggiungere una nuova forma più stabile e autonoma. Ci interessano qui due concetti fondamentali, in vista del procedere della stagione di riposo della vegetazione e della discesa invernale dello Spirito: - la trasformazione di materiale di scarto e degradato (immondizie, scarti di cucina) in concime - la proprietà di convertire ciò che ci pesa, che ci è di ingombro, in qualcosa di utile, rimuovendo quel che ha finito il suo corso e rigenerandolo attraverso il disfacimento. |
Per sperimentare questi due concetti
vi proponiamoun rito e un incantesimo.
Il primo, che può essere inserito nei festeggiamenti di Mabon, è
la preparazione di una composta vegetale con alcuni scarti domestici.
Quando sarà pronta, a primavera, potremo usarlo per concimare le piante
sul balcone oppure come terreno per nuovi semi…
L'incanto a seguire (tratto da “Il sentiero della Terra” di Starhawk),
potrà essere realizzato usando la composta del primo e ci permetterà
di lavorare su situazioni bloccate che vorremmo far uscire dalla nostra vita
o, quanto meno, trasformare radicalmente!
Rito del concime di Mabon
Prepariamo un Altare della Terra con i colori d’autunno e le decorazioni che preferiamo: sull’altare mettiamo un panno marrone, una brocca di terracotta piena d’acqua (bella capiente perché servirà anche per la composta). Per l’elemento Aria un’incenso odoroso di essenze di vari legni (ad es. sandalo, cedro, quercia, frassino, leccio). Frutta di stagione, funghi e bacche per l’elemento Terra. Una bella candela di un colore caldo - arancione o ocra - per l’elemento Fuoco. |
Davanti all’Altare prepariamo
invece:
un barilotto vuoto (o contenitore cilindrico poroso con un foro in fondo:
va bene anche un comune vaso di terracotta)
una ciotola di terra comune,
una ciotola di immondizie vegetali (bucce, scarti di cucina)
una ciotola di ceneri di legno
un cestino di foglie secche miste e rametti secchi spezzati
una pila di pezzetti di carta straccia (giornale, carte varie ma non colorate,
per essere sicuri che gli inchiostri siano biodegradabili).
Se possibile è meglio procurarsi una bella melagrana come offerta,
di cui - poi - useremo alcuni grani per la composta.
Se del concime si progetta un uso personale (in riferimento alla propria
trasformazione), è opportuno inserire anche del materiale organico
proprio: per esempio una ciocca di capelli, una goccia di sangue...
Possiamo invocare una Dea della trasformazione: perfetta la giapponese
Ukemochi (dal cui corpo senza vita emergono animali e alimenti) oppure una
delle Driadi (nutrici e sostenitrici degli alberi), o Persefone, che dopo
il suo viaggio nel mondo infero con la successiva riemersione, permetterà
il ritorno della fertilità sulla terra che Demetra aveva interrotto.
Dopo aver aperto la cerimonia a nostro piacimento e fatto le invocazioni del
caso cominceremo a formare la composta versando nel barilotto - a strati alterni
- la terra, le foglie secche, l’immondizia, la carta straccia, e spruzzando
abbondantemente con l’acqua consacrata della brocca.
Durante la formazione della composta possiamo cantare o recitare questa formula:
Concimiamo la Terra
Che ci sostiene
La vedremo fiorire nei millenni
Il nostro raccolto principale
È nella Foresta Antica
Che non abbiamo piantato
E abbiamo ereditato
Concimiamo la Terra
Che ci sostiene
La vedremo fiorire nei millenni
Le foglie hanno valore anche
decomposte nel terreno
È questo il nostro guadagno
È profezia che si avvera
Concimiamo la Terra
Che ci sostiene
La vedremo fiorire nei millenni
Mettiamo l’energia della nostra fede
Nello strato di humus che si rigenera sotto gli alberi
Concimiamo la Terra
Che ci sostiene
La vedremo fiorire nei millenni
Poggiamo le nostre orecchie
Ascoltiamo i deboli sussurri
Ascoltiamo la musica della Terra
Le canzoni che devono ancora venire
Concimiamo la Terra
Che ci sostiene
La vedremo fiorire nei millenni.
Concludiamo la cerimonia con una benedizione:
“Benedizioni a tutta la vita di questo cumulo
che trasformerà la decomposizione in fertilità, la morte in
vita.
Che io possa sempre ricordare che il ciclo della vita è un miracolo.
Che io possa ricordare che i rifiuti sono cibo,
e possano i miei occhi essere aperti a tutte le opportunità
di chiudere il cerchio e creare abbondanza e vita.”
A questo punto mettiamo il barilotto all’ombra (con un sottovaso
per raccogliere l’eventuale fuoruscita di liquido) nell’angolo
ad Est del balcone o giardino dove lo lasceremo riposare e maturare fino a
primavera.
Durante l’autunno e l’inverno abbiamo la possibilità di
usare questo concime in fermentazione per realizzare ancora uno o più
atti magici:
Incantesimo del cumulo del compost
II mio cumulo del compost si è
rivelato un ottimo alleato per risolvere dei problemi di cui non riuscivo
a liberarmi. Ecco un facile incantesimo (da eseguire preferibilmente con
la luna calante). Radicatevi, centratevi, create un cerchio, onorate gli elementi e benedite la vostra pila di compost. All’nterno del cerchio tenete pronto un bel pezzo di frutta o verdura, per poterlo gettare via, e materiali per scrivere o disegnare, sulla frutta oppure sulla carta. Prendetevi un attimo e pensate al vostro problema. Potete scriverlo sulla carta e infilarla nella frutta, se è abbastanza larga, oppure potete incidere o disegnare direttamente sul vostro oggetto. Tenete il frutto e soffiateci sopra, immaginando di trasmettergli l'energia bloccata del vostro problema. Dite: |
"Consegno questo problema,
questa energia, al corpo di questo frutto (vegetale, mela, carota, ecc.) e
lo do al grande ciclo di nascita, crescita, morte, decomposizione e rigenerazione.
Che possa decomporsi in questa forma, e che venga riportato ai suoi elementi
essenziali. Che io possa vedere chiaramente quegli elementi, che possa fertilizzare
nuovi semi, nuova crescita.
Con l'offerta di questa frutta, ringrazio il ciclo, i processi di vita e crescita,
e ringrazio per la trasformazione. Siate benedetti».
Adesso seppellite il frutto nella pila del compost.
Ringraziate i poteri che avete invocato e aprite il cerchio.”
Starhawk
*** Meditazione liberamente adattata
e citazioni da “Il sentiero della Terra” di Starhawk, Macroedizioni
2005
Rito del concime di Mabon di Cristina Cilli e Maria Giusi Ricotti
© 2006 © 2007 Testo di Maria Giusi Ricotti
Qualsiasi riproduzione, senza esplicito consenso
dell'autrice, è vietata.
L'AUTRICE Maria Giusi Ricotti, grafico editoriale e ceramista,
nata a Milano. Per amore è approdata molti anni fa in Sardegna,
dove vive con la sua famiglia e lavora. mariagiusi@ilcalderonemagico.it |
IMMAGINI
Elaborazione di M.G.Ricotti
http://hydrangeaonline.web-log.nl
Raices di Frida Kalho, tratta da http://www.pigazo.es/blog
http://www.wicca.hu
http://www.ecompratelo.it