BRIGID Tratto e adattato da Feste Pagane, di Roberto Fattore |
Brigit, Dea della Poesia,
figlia del Grande Dio Dagda e controparte celtica di Athena-Minerva,
è la conservatrice della tradizione perché, per gli antichi
Celti, la poesia era un’arte sacra che trascendeva la semplice
composizione di versi e diventava magia, rito, personificazione della
memoria ancestrale delle popolazioni. La capacità di lavorare i metalli era ritenuta anch’essa una professione magica e le figure di fabbri semi-divini si stagliano nelle mitologie non solo europee ma anche extra-europee; l’alchimia medievale fu l’ultima espressione tradizionale di questa concezione sacra della metallurgia. |
Sotto l’egida di Brigit
erano anche i misteri druidici della guarigione, e di questo sono testimonianza
le numerose “sorgenti di Brigit”. Diffuse un po’ ovunque
nelle Isole Britanniche, alcune di esse hanno preservato fino ad oggi
numerose tradizioni circa le loro qualità guaritrici. Ancora oggi, ai rami degli alberi che sorgono nelle loro vicinanze, i contadini appendono strisce di stoffa o nastri a indicare le malattie da cui vogliono essere guariti. Sacri a Brigit erano la ruota del filatoio, la coppa e lo specchio. Lo specchio è strumento di divinazione e simboleggia l’immagine dell’Altro Mondo cui hanno accesso eroi e iniziati. La ruota del filatoio è il centro ruotante del cosmo, il volgere della Ruota dell’Anno e anche la ruota che fila i fili delle nostre vite. La coppa è il grembo della Dea da cui tutte le cose nascono. |
A Santa Bridget fu consacrato il monastero irlandese di Kildare, dove un fuoco in suo onore era mantenuto perpetuamente acceso da diciannove monache. Ogni suora a turno vegliava sul fuoco per un’intera giornata di un ciclo di venti giorni; quando giungeva il turno della diciannovesima suora ella doveva pronunciare la formula rituale “Bridget proteggi il tuo fuoco. Questa è la tua notte”. Il ventesimo giorno si diceva fosse la stessa Bridget a tenere miracolosamente acceso il fuoco. Il numero diciannove richiama il ciclo lunare metonico che si ripete identico ogni diciannove anni solari. Inutile ricordare come questa usanza ricordasse il collegio delle Vestali che tenevano sempre acceso il sacro fuoco di vesta nell’antica Roma, ma più probabilmente la devozione delle suore di Kildare si ricollega alle Galliceniae, una leggendaria sorellanza di druidesse che sorvegliavano gelosamente il loro recinto sacro dall’intrusione degli uomini e i cui riti furono mantenuti attraverso molte generazioni. Allo stesso modo, nel monastero di Kildare solo alle donne era concesso di entrare nel recinto dove bruciava il fuoco, che veniva tenuto acceso con mantici, come ricorda Geraldo di Cambria nel 120 secolo. Il fuoco bruciò ininterrottamente dal tempo della leggendaria fondazione del santuario, nel VI secolo, fino al regno di Enrico VIII, quando la Riforma protestante pose fine a questa devozione più pagana che cattolica. |
I riti di Brigit celebrati a Imbolc ci sono stati tramandati dal folklore scozzese e irlandese. Nelle Isole Ebridi (che forse devono il loro nome proprio a Brigit o Bride) le donne dei villaggi si radunano insieme in qualche casa e fabbricano un’ immagine dell’antica Dea, la vestono di bianco e pongono un cristallo sulla posizione del cuore. In Scozia, la vigilia di Santa Bridget le donne vestono un fascio di spighe di avena con abiti femminili e lo depongono in una cesta, il “letto di Brid”, con a fianco un bastone di forma fallica. Poi esse gridano tre volte “Brid è venuta, Brid è benvenuta!”, indi lasciano bruciare torce e candele vicino al “letto” tutta la notte. Se la mattina dopo trovano l’impronta del bastone nelle ceneri del focolare, ne traggono un presagio di prosperità per l’anno a venire. Il significato di questa usanza è chiaro: le donne preparano un luogo per accogliere la Dea e invitano allo stesso tempo il potere fecondante maschile a unirsi a lei. Anche nell’isola di Man veniva compiuta una cerimonia simile, chiamata Laa’l Breesley. Nell’Inghilterra del Nord, terra dell’antica Brigantia, la ricorrenza veniva denominata “Giorno delle Levatrici”. |
In Irlanda, si preparano
con giunchi e rametti le cosiddette croci di Brigit, a quattro bracci
uguali racchiusi in un cerchio, cioè la figura della ruota solare
(che è simbolo appropriato per una divinità del fuoco
e della luce); lo stesso giorno vengono bruciate le croci preparate
l’anno prima e conservate fino ad allora.La fabbricazione delle
croci di Brigit deriva forse da un’antica usanza precristiana
collegata alla preparazione dei semi di grano per la semina. Questi oggetti simbolici, confezionati con materiale vegetale, ci ricordano tra l’altro che la luce ed il calore sono indispensabili alla vegetazione che si rinnova in continuazione, anno dopo anno. Le spighe di avena (o grano, orzo, ecc.) usate per fabbricare le bambole di Brigit, provengono dall’ultimo covone del raccolto dell’anno precedente. Questo ultimo covone, in molte tradizioni europee è chiamato la Madre del Grano (o dell’Orzo, dell’Avena, ecc.) e la bambola propiziatoria confezionata con le sue spighe è la Fanciulla del Grano (o dell’Orzo, dell’Avena, ecc.). |
Si credeva cioè che
lo spirito del cereale o la stessa Dea del Grano risiedesse nell’ultimo
covone mietuto: come le spighe del vecchio raccolto sono il seme di quello
successivo, così la vecchia divinità dell’autunno e dell’inverno
si trasformava nella giovane Dea della primavera, in quella infinita catena
di immortalità che è il ciclo di nascita, morte e rinascita.
E Brigit rappresenta appunto la giovane Dea della primavera.
Un antico codice irlandese, il
Libro di Lismore, riporta una
curiosa leggenda. Si narra che a Roma i ragazzi usavano giocare ad un gioco
da tavolo in cui una vecchia megera liberava un drago mentre dall’altra
parte una giovane fanciulla lasciava libero un agnello che sconfiggeva il
drago. La megera allora scagliava un leone contro la fanciulla, la quale però
provocava a sua volta una grandine che abbatteva il leone.
Papa Bonifacio, dopo aver interrogato i ragazzi e aver saputo che il gioco
era stato insegnato loro dalla Sibilla, lo proibì.
La megera non è
altro che la Vecchia Dea dell’Inverno sconfitta dalla Giovane
Dea della Primavera. Essendo questa leggenda stata raccolta in un ambito
culturale celtico, si può supporre che la Vecchia altri non era
che la Cailleach a cui si contrappone Brigit. Il riferimento all’agnello
è un altro simbolo del periodo di Imbolc, anche se i commentatori
medievali lo considerarono l’emblema di Gesù Cristo. In realtà è la Vecchia Dea che si rinnova trasformandosi in Giovane Dea, così come il Vecchio Grano diviene il nuovo raccolto. I Carmina Gadelica, una raccolta di miti, proverbi e poemi gaelici di Scozia, raccolti e trascritti alla fine dell’800 dal folklorista scozzese Alexander Carmichael, riportano la seguente filastrocca: La mattina del Giorno di Bride Il serpente uscirà fuori dalla tana Non molesterò il serpente Né il serpente molesterà me |
Il serpente appare
come uno degli animali-totem di Brigit. In molte culture il serpente
o drago è simbolo dello spirito della terra e delle forze naturali
di crescita, decadimento e rinnovamento. Nel giorno di Bride il serpente si risveglia dal suo sonno invernale e i contadini ne traevano il presagio della fine imminente della cattiva stagione. Il serpente è uno dei molti aspetti dell’antica Dea della terra: la muta della sua pelle simboleggia il rinnovamento della Natura e anche la sua dualità Infatti in gaelico “neamh” (cielo) è simile a “naimh” (veleno), provenendo entrambi dalla radice “nem”. La Vecchia Dea e la Giovane Dea sono la stessa persona! (nelle fiabe l’eroe che coraggiosamente bacia una vecchia megera si ritrova di fronte una bellissima fanciulla...) |
TRATTO DA
FESTE PAGANE di Robero Fattore,
Macroedizioni
Brigid è la patrona della Candelora,
festa solare di Fuoco, celebrata anche sotto il nome di Imbolc. La Dea - che era contemporaneamente la protettrice dei fabbri, dei poeti e dei guaritori - rappresenta: • il fuoco dell’ispirazione come patrona della poesia • il fuoco del focolare, come patrona della guarigione e fertilita’ • il fuoco della forgia, come patrona dei fabbri e delle arti marziali. |
Immagini
http://www.unicorngarden.com/brigid.htm
http://www.irishcultureandcustoms.com/3Focloir/Lessons6.html
http://www.thepeacebeads.com/ourlady/stbrighid.htm
http://www.akashanpathways.com/brigid_celtic_goddess_statue.htm
http://www.tain.net.au/tain15/contnt15.htm.
http://ourladyprairie.home.mchsi.com/brigid.html