ARTEMIDE Poesie di Chicca Morone |
Indiscussa dominatrice di queste immagini
è la Luna, il satellite della terra, quell’ammasso terrestre
che influenza le maree e non poco l’umanità, composta per l’ottanta
per cento di acqua.
La luna, signora della notte, venerata come Artemide, riassume l’archetipo
del femminile virgineo, libero, non legato ad un’immagine maschile pur
vivendo in una società di tipo patriarcale.
Artemide si aggira nel sangue di tutti noi in attesa delle condizioni ottimali
per esprimersi: è una forza, un Ente che quando trova il modo di penetrarci
diventa padrone della nostra vita pur di riuscire a portare alla conoscenza
di tutti il suo canto.
E se ci opponiamo trova il modo di non darci requie finché non ha spezzato
la corazza che ci siamo costruiti con “educazione” e mediazioni
all’ambiente circostante: allora ci fa diventare veri e propri amanuensi.
Vi racconterò di come Artemide, è esplosa nella mia vita e quello
che mi ha sospinto a creare.
È successo all’improvviso: non avevo mai scritto una poesia,
ma la malinconia per la morte di Gustavo Rol, un sensitivo dagli indiscussi
poteri mi ha “costretta” a prendere carta e penna.
Forse se non fossi stata “consigliata caldamente” da un amico
poeta accreditato non avrei mai pubblicato una raccolta, ma così è
successo e la Luna ha avuto modo di scardinare la mia apparenza di scrittrice
ecc. facendo emergere il poeta che c’è in me.
Sottolineo che non è detto che bisogna scrivere la Divina Commedia
per definirsi tale.
Tutto questo è per consigliare caldamente a tutti di lasciar emergere
le potenti forze occulte della Luna, che siano indirizzate a rituali, alla
scrittura, alla competizione sportiva.
Nella mia esperienza…
Artemide
è l’occulto, il silenzioso, quello che non si vede, |
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Artemide
è la trasmutazione:
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Artemide
può diventare la fecondatrice, quando rispecchiando la luce del sole avvolge la terra: Dimmi, hai veduto l’irosa gaggia destarsi nell’ombra e scricchiare le membra? Ha perduto le foglie e preteso il silenzio, ma la pallida luna fondendo l’argento all’umida zolla feconda di sogni anche il ramo più nero. |
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È
la sorella che ci invita alla scoperta, |
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Artemide
è la divinità che invochiamo per lenire il nostro dolore… Hai reso argenteo il mio cammino senza donarmi frecce né faretra, cani latranti o manto che protegga. Hai messo fuoco dentro le mie vene, hai acceso di sangue il purpureo canto; ma solo l’ombra mi hai centellinato d’armi e di eroi in sogni crepitanti. |
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nella
delusione…
Hai veduto tremare luna rossa sull’acqua: illusione di onde nel ritmico battito di un pensiero che torna. Resto solo nel sogno un ricordo deluso, senza scogli rugosi tra le alghe silenti. Resti solo nel sogno un guerriero caduto senza spada da porre al servizio divino. |
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nella
disperazione per la perdita dell’amata…
Stanotte lo spirito mio se n'è andato dal corpo ferito e dissolto e un canto d'amore mai detto tra alghe e coralli s'è perso. Ho veduto ghirlande di luna posarsi sul mare e sirene farsi d'argento lungo la scia. Mille volti col corpo di pesce intonare funebri canti su quell'onda che il vento frantuma lungo il bordo di ruvidi scogli. Ho inseguito nei tuoi occhi incantati il riflesso dei miei sogni perduti. Stanotte ho veduto la luna posare ghirlande di luci e sirene donarti la vita. |
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Artemide
un’immagine in realtà quaternaria:
Magikelune Luna crescente (vergine e guerriera) Dea dai candidi veli intrisi d’argento, tu percorri la via seguita dai cani che latrano al buio, mansueti al tuo fianco; tu hai chiesto alle stelle di danzare sul corpo di donna che nasce al nuovo cammino; tu sei la vista, l’udito e il profumo di chi teme in silenzio l’eterno abbandono. Se risuoni di luce consacrando la donna, proteggi con l’arco le fluttuanti emozioni di chi vuole sognare nel riflesso d’argento oltre il volto specchiato, un eroe senza tempo. Luna piena (madre, guaritrice) Radiosa e possente nel semplice soffio di stato divino: hai colto la luce, tenuto la fiamma di un padre solenne; così tu sei madre e aiuti chi soffre, mutando la forma del karma passato. Luna calante (saggia, maga) La saggezza è il tuo sangue la magia è dentro il cuore dove l’aquila ha posto il suggello del giusto; dove il puma ha lasciato i suoi cuccioli in salvo; dove l’orsa ha veduto la sostanza del miele; dove il corvo ha gracchiato la visione futura. Luna nuova (creatrice, distruttrice) Hai creato e distrutto sempre nuovi sentieri per sfuggire alla vita per rinascere ancora più nera di vuoto, più rossa di rabbia, più bianca di sale. “Strega” mi hai detto e io non ho fiatato. “Strega sovrana di ogni suo pensiero” è stato scritto da quel silenzio semi imbarazzato. Sì, son io la Diana che sfugge al compromesso di gesti inutili, d’inutili tenzoni. Sì, son io la maga con tutti i miei colori dal rosso al viola colmi d’emozione. Sì, son io la madre dal grembo sempre aperto che guarda e vede oltre la stupida menzogna. Sì, son io la negra furia cieca che uccide, che dilania per spingere alla luce la nuova creatura. Strega? Sì, può darsi, ma libera e regina. |
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Ma
c’è un’altra particolarità di Artemide: a lei si rivolgevano le partorienti per alleviare i dolori e favorire le nascite. Una stella ha sorriso alla luna nascondendo la sua luce arrossata dai bagliori dentro il cielo cobalto. Sei disceso sulla scia colorata richiamato da una nenia suadente al chiarore di una fiamma struggente: hai donato la ghirlanda d’amore a noi soli naufragati e incantati nel giardino dei pensieri perduti. |
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Abbastanza
probabile che sia lei, la Luna a far emergere i ricordi di vite passate... Tamburi nel vento, richiamo profondo di rituali vissuti in età senza pace. Voci stanche e lontane che conoscono i segni degli antichi misteri che salutano l’alba e al tramonto il rimpianto di quel tenero suono che è la nenia silente di una terra avvilita. Non ci saranno più canti suoni o danze quando le nozze d’Amore e Psiche avranno reso ogni donna ebbra di vita umana e di divino sogno: ma allora, soltanto allora, sarai tu, forse sarò io nel mio sepolcro, a volgere lo sguardo nel futuro e dal passato ancora un ricordare: il grido di pietà agli dei levato sarà promessa, debito o volere per noi, per noi soltanto, al ritornare. Un ultimo tizzone: il fuoco è acceso. Ma prima che la brace incenerisca ricorda questo amore e la passione che divorando il corpo ha reso fuoco e sogno il mio e il tuo amare. Un soffio? Rinasceremo ancora, forse. |
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Nella
Cabala la Luna è rappresentata in Jesod, il fondamento, dove si riflette Malkut, il regno. Corallo e alghe tra i capelli rossi sorriso dolce di una rosa tea incanto di Nettuno tra le onde, piccola sirena, tu rinascerai. Carne di mia carne e di mio sangue strega tra le streghe bene accolta allo sguardo di allegrezza pieno risponderai con l’occhio attento ricordando di ogni vita il sogno, di madre in figlia unico dono, tenderai la mano a pugno chiuso e l’aprirai schiudendo il fato. Fiamme e folgori, cielo d’autunno, mare ubriaco: ho lasciato gli abissi ho perduto lo scoglio ho voluto vedere attraverso i suoi occhi realtà senza fine. A sorelle sirene posso solo gridare con la voce ormai muta e l’udito confuso: Non cantate l’amore non suonate le note per chiunque vi appaia dall’umano destino. Dove Luna dipinge i colori sfocati il Sole divampa, lascia solo detriti. Leggera è comparsa la Morte: ha sorriso pensosa guardando i tuoi occhi ascoltando i tuoi sogni. Ha levato la mano, ha dischiuso le dita e lasciato che ancora sorridessi a te stesso. La Morte e la Luna hanno vita da dare hanno giochi da fare: nella parte più bruna rispecchiano frasi confuse, d’amore; nella faccia più chiara è raccolta la storia di tutta una vita all’insegna del credo, del voglio sapere. Se volessi ubbidire alla legge che muove i tuoi passi sicuri nel sentiero che sale tu dovresti lasciare ogni vecchia illusione e cercare di amare oltre il mero apparire. |
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L'AUTRICE Chicca Morone vive a Torino in un turbine di attività: |
IMMAGINE
Artemis di Ellen Nelson Reed, tratta
da http://www.allposters.com/-sp/Artemis-Posters_i819718_.htm
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